San Leonardo Confessore (Linarolo), 11 Novembre 2012
Carissimi Parrocchiani,
dopo aver fatto luce sul personaggio centrale della nostra vicenda, Giuseppe, restano da illuminare le figure dei fratelli e di Giacobbe. Chi sono i fratelli alla luce degli avvenimenti ricordati?
Il testo riferisce espressamente che nei confronti di Giuseppe si assiste ad un crescendo di invidia e di odio da parte dei fratelli. Di questo atteggiamento fornisce anche le ragioni: il fatto che Giuseppe ingenuamente abbia informato il padre circa i loro pettegolezzi (v 2); il fatto che Giuseppe sia oggetto di una particolare predilezione da parte del padre (v 3); infine, l’insinuazione provocatoria contenuta nei sogni di una preminenza su tutti i familiari.
Le parole con cui il testo documenta questo crescendo di invidia e di odio sono forti (4b; 5; 8; 11). Il v 11, in particolare, riconduce l’odio all’invidia. È probabile pensare che san Giovanni Evangelista, quando ha scritto nella sua prima lettera che l’odio ha in sé una carica omicida (Cfr. 1 Gv 3,15), avesse presente insieme alla tragica vicenda di Caino e Abele (un fratello che uccide il fratello), anche quella di Giuseppe e i suoi fratelli.
In effetti, questo odio generato dall’invidia, avrà come esito l’eliminazione di Giuseppe. È vero che i fratelli si tratterranno, sia pur per circostanze abbastanza fortuite, dall’uccidere fisicamente il fratello; tuttavia, raggiungeranno il loro scopo: disfarsi di lui e farlo scomparire – per quanto questo sia una cosa possibile – dalla loro vita.
In questo modo hanno raggiunto ciò che volevano: d’ora in avanti non ci sarà più quel fratello scomodo a turbare l’armonia familiare con le sue ingenuità, con i suoi sogni, con il posto di privilegio che gli viene concesso in casa.
Sullo sfondo dell’eliminazione di Giuseppe da parte dei fratelli si intravede la figura di Giacobbe. Si può dire che alla radice di questa dinamica fratricida c’è l’odio proprio verso il padre colpevole di amare in modo diverso quel figlio. Il male fatto a Giuseppe, ultimamente, ha come obiettivo proprio Giacobbe. Si colpisce il figlio prediletto allo scopo di colpire il padre.
Ritorno alla domanda iniziale: chi sono i fratelli alla luce di questi avvenimenti? C’è una risposta variegata data al riguardo dal Card. Martini e che merita di essere riportata per intero.
Ma la vedremo la prossima volta.
Don Luigi Pedrini