11 LUGLIO 2021

Domenica 11 luglio, XV del Tempo Ordinario

Ore 08.00:   Per la comunità

Ore 09.30:   Marco Zavoli

Ore 11.00:   Adriana, Virginia e Nicodemo

Lunedì 12 luglio

Ore 08.30:   Mario

Martedì 13 luglio

Ore 17.00:   Per la comunità

Mercoledì 14 luglio

Ore 08.30:   Loredana Lanati e Giovanni Gatti Comini

Giovedì 15 luglio

Ore 08.30:   Per i malati

Venerdì 16 luglio

Ore 08.30:   Per i giovani

Sabato 17 luglio

Ore 17.00:   Don Giuseppe e Don Piero

Domenica 18 luglio, XVI del Tempo Ordinario

Ore 08.00:   Per la comunità

Ore 09.30:   Luigi Penna

Ore 11.00:   Adriana, Modesto, Vincenzo e Maria

11 LUGLIO 2021

Cari fratelli,

il tema delle letture di oggi è la missione, cui tutti i membri del popolo santo di Dio sono chiamati, senza alcuna eccezione.

Il discepolo è missionario di Cristo, libero, non condizionato da schemi o da interessi, da giochi politici o sociali, ma legato unicamente alla fedeltà alla Parola.

La sua donazione è totale; il suo disinteresse è indispensabile, per non essere funzionari o burocrati del sacro (né pane, né bisaccia, né denaro).

La missione conosce anche il rifiuto, pure da parte di uomini apparentemente religiosi, come il sacerdote Amasìa per Amos.

“Se in qualche luogo non vi riceveranno, andatevene”.

L’apostolo annuncia un solo messaggio: il mistero della ricapitolazione in Cristo di tutto l’essere.

Come Amos annuncia solamente la parola di giustizia di Dio, così i discepoli proclamano solamente la conversione e la salvezza.

Paolo celebra l’elezione, la predestinazione, la rivelazione, l’eredità, la redenzione, il dono dello Spirito.

In una parola Cristo e la salvezza.

Se i genitori, come dice il Vaticano Il, sono i primi araldi della fede per i loro figli, tutti i credenti sono profeti e missionari.

“La Chiesa peregrinante è per sua natura missionaria” (Apostolicam Actuositatem, n.2) e “ad ogni discepolo di Cristo incombe il dovere di diffondere, per quanto gli è possibile, la fede (Lumen Gentium, n.2).

Paolo nella prima lettera ai Corinti esclamerà: “Guai a me se non annunciassi il Vangelo”.

Don Emilio

04 Luglio 2021

Domenica 04 luglio, XIV del Tempo Ordinario

Ore 08.00:   Giovanna e Madre Teresa Furiosi

Ore 09.30:   Fam. Garlaschelli e Rossignoli

Ore 11.00:   Carlo Mangiarotti

Lunedì 05 luglio

Ore 08.30:   Fam. Campari Certani

Martedì 06 luglio

Ore 18.30:   Adriana

Mercoledì 07 luglio

Ore 08.30:   Teresa e genitori

Giovedì 08 luglio

Ore 08.30:   Per la comunità

Venerdì 09 luglio

Ore 08.30:   Per la Chiesa

Sabato 10 luglio

Ore 17.00:   Antonio Perotti e fam.

Domenica 11 luglio, XV del Tempo Ordinario

Ore 08.00:   Per la comunità

Ore 09.30:   Marco Zavoli

Ore 11.00:   Adriana, Virginia e Nicodemo

04 LUGLIO 2021

Cari fratelli,

potremmo definire la liturgia della Parola di oggi con un titolo emblematico: lo scandalo del profeta.

Il messaggio profetico è imbarazzante, eccentrico rispetto alla normalità, pietra d’inciampo come il Signore stesso.

L’esperienza del rifiuto della Parola è una delle costanti della missione di Ezechiele, di Paolo e di Cristo stesso.

L’incredulità, l’indifferenza di fronte alla provocazione della Parola, la reazione dura ed ostile appartengono alla dinamica della libertà umana.

Tuttavia non possiamo sottrarci a continuare a seminare la Parola.

Scrive papa Benedetto: “Nessuno è in grado di porgere agli altri Dio ed il suo Regno, nemmeno il credente a se stesso. Ma per quanto da ciò possa sentirsi giustificata anche l’incredulità, ad essa resta sempre appiccicata addosso l’inquietudine del “forse però è vero”. Tanto il credente quanto l’incredulo, ognuno a suo modo, condividono dubbio e fede”.

La crisi, il dubbio, l’essere debole, il disprezzo in patria, non devono scoraggiare perché sono il terreno sul quale Dio può celebrare anche il suo misterioso svelarsi: “La mia potenza si manifesta pienamente nella debolezza” (2Cor 12,9).

L’indifferenza alla Parola colpisce tutti, non solo gli increduli, ed è una grande malattia che rende opaca la vita spirituale, grigia l’azione, inerte il cuore.

Il benessere diffuso, come insegna uno splendido passo del Deuteronomio (c. 8), è l’occasione che genera il dimenticare, proprio della sazietà ottusa e questo è un rischio che tutti possono correre.

Il card. Biffi ebbe a dire della sua città: “Bologna, sazia e disperata”.

La Parola del profeta è allora provocazione, è segno di contraddizione, inquietudine, ansia, tutto così mirabilmente descritto dal Manzoni, in quella notte terribile dell’Innominato, messo in crisi dalla parola del card. Federigo Borromeo.

Ed ecco quindi che la Parola perfetta di Gesù è ugualmente urgenza e provocazione, stoltezza per i pagani e scandalo per i Giudei.

Don Emilio

27 GIUGNO 2021

Domenica 27 giugno, XIII del Tempo Ordinario

Ore 08.00:   Fam. Perversi Necchio

Ore 09.30:   Fam. Rebizzi

Ore 11.00:   Luigina, Pietro e fam.

Lunedì 28 giugno

Ore 08.30:   Paola Paté

Martedì 29 giugno

Ore 08.30:   Agnese, Pina ed Enilio

Mercoledì 30 giugno

Ore 08.30:   Delfina

Giovedì 01 luglio

Ore 08.30:   Per la Chiesa

Venerdì 02 luglio

Ore 08.30:   Giuseppe

Sabato 03 luglio

Ore 17.00:   Carlo, Maria, Pietro e Giuseppe

Domenica 04 luglio, XIV del Tempo Ordinario

Ore 08.00:   Giovanna e Madre Teresa Furiosi

Ore 09.30:   Fam. Garlaschelli e Rossignoli

Ore 11.00:   Carlo Mangiarotti

27 GIUGNO 2021

Cari fratelli,

oggi ci viene presentato il volto di Dio secondo una sfaccettatura che tante volte trascuriamo: Dio amante della vita, Dio dei vivi e non dei morti, Dio risurrezione e vita.

Il Dio che tesse con amore la creatura nel grembo della madre (Sal 139), che impedisce che si tocchi il sangue, simbolo della vita di ogni vivente (Gen 9), non può che essere fonte della vita.

All’uomo giusto attribuisce la possibilità di una vita immortale in comunione con lui.

Questi motivi sono appunto al centro della liturgia odierna e devono essere anche al centro dell’impegno del credente nei confronti della vita sia quando essa appare, sia quando essa si sviluppa nel suo percorso terreno, sia nel suo spegnersi fisico, sia nel suo aprirsi in Dio, perché la vita è pur sempre affidata alle mani di Dio.

La morte fisica, quella che S. Francesco chiama sorella morte corporale, è una componente fondamentale del nostro essere creaturale.

Essa però ha due sbocchi: può essere segno di maledizione, come tragico approdo verso l’assenza definitiva di Dio per il peccatore, o segno pasquale dell’incontro con Dio.

Dio ha creato l’uomo per l’immortalità.

“Fanciulla, alzati!” grida Gesù davanti a quella bara.

Mentre Paolo dirà: “Desidero essere sciolto da questo corpo per incontrarmi con Cristo”.

Cristo, raggiungendo nella morte la nostra povertà estrema di creature mortali, ha reso noi ricchi della sua vita eterna e divina.

Per questo l’incubo della morte, pur reale, perché segno del nostro limite di creature, è ora meno tragico, anzi si apre alla speranza che la fiamma di immortalità accesa in noi dal Signore non abbia a spegnersi.

“Laudato si’ mi’ Signore, per sora nostra morte corporale” canta S. Francesco nel famoso Cantico delle creature.

Domenica: in concomitanza delle solennità dei Santi Pietro e Paolo è anche la giornata della solidarietà con la carità del Papa.

Pertanto le offerte raccolte oggi andranno a questo scopo.

Don Emilio

20 GIUGNO 2021

Domenica 20 giugno, XII del Tempo Ordinario

Ore 08.00:   Loredana Lanati e Giovanni Gatti Comini

Ore 09.30:   Norma e Gildo

Ore 11.00:   Lidia e Guerrino Guzzon

Lunedì 21 giugno

Ore 08.30:   Piera e Gianluigi Bertolotti

Martedì 22 giugno

Ore 08.30:   Per la comunità

Mercoledì 23 giugno

Ore 08.30:   Per la Chiesa

Giovedì 24 giugno

Ore 08.30:   Per i giovani

Venerdì 25 giugno

Ore 08.30:   Per gli ammalati

Sabato 26 giugno

Ore 17.00:   Maria Luisa, Fanny, Amedeo, Mario e Salavtore

Domenica 27 giugno, XIII del Tempo Ordinario

Ore 08.00:   Fam. Perversi Necchio

Ore 09.30:   Fam. Rebizzi

Ore 11.00:   Luigina, Pietro e fam.

20 GIUGNO 2021

Cari fratelli,

il Vangelo di oggi ci invita a scoprire anche nel disordine e nelle tragedie della storia la presenza di Dio che può coordinare l’oscurità in un progetto di luce.

L’esperienza del male è una delle costanti dell’esistenza ed è uno dei settori della vita in cui si verificano più facilmente gli abbandoni, le ribellioni e le apostasie.

Il male è drammatico, è reale e sperimentabile nelle tempeste della vita ed è la grande occasione per rivolgere l’appello a Dio senza per questo cessare di lottare, tenendo stretta la propria fede.

“Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?”

La povertà di fede rende ancora più incomprensibile il male e più tragico il sopravvivere, perché solo la fede è in grado di darne un senso.

Dio, certo, come insegna il libro di Giobbe, preferisce che l’uomo ricerchi, si interroghi, tollera pure la protesta blasfema, come quella di Giobbe, e la domanda disperata dell’uomo angosciato.

Anche Gesù infatti ascolta ed esaudisce il grido dei discepoli.

Ma vuole anche che l’uomo osi rischiare di più e che sia capace di proseguire da solo anche nelle oscurità o nei limiti della vita e della mente, continuando ad alimentare la sua fede senza facili soluzioni o sbocchi miracolistici.

Dio è spesso un Signore nascosto che solo lentamente si svela e solo alla fine fa crescere in pienezza il rigoglioso albero del Regno.

Alla progressività dello svelarsi di Dio deve corrispondere la progressività della crescita della nostra fede.

Don Emilio

13 GIUGNO 2021

Domenica 13 giugno, XI del Tempo Ordinario

Ore 08.00:   Angelo Marizzoli

Ore 09.30:   Battista e Maria

Ore 11.00:   Bruno Verdi

Lunedì 14 giugno

Ore 08.30:   Loredana Lanati e Giovanni Gatti Comini

Martedì 15 giugno

Ore 08.30:   Per la comunità

Mercoledì 16 giugno

Ore 08.30:   Per i giovani

Giovedì 17 giugno

Ore 08.30:   Per i malati

Venerdì 18 giugno

Ore 08.30:   Per la Chiesa

Sabato 19 giugno

Ore 17.00:   Anna e Pierino Dell’Acqua

Domenica 20 giugno, XII del Tempo Ordinario

Ore 08.00:   Loredana Lanati e Giovanni Gatti Comini

Ore 09.30:   Norma e Gildo

Ore 11.00:   Lidia e Guerrino Guzzon

13 GIUGNO 2021

Cari fratelli,

il profeta Ezechiele nella prima lettura canta una nuova alleanza, propaggine dell’antica, con l’immagine della talea strappata al vecchio tronco e trapiantata sul Sion, il santo monte di Dio, e destinata a diventare un albero imponente e rigoglioso.

È quindi evidente, secondo i Padri della Chiesa, il riferimento alla nuova comunità di credenti, germogliata dall’antico tronco della vecchia Alleanza e destinata a farle ombra.

Nel Vangelo Gesù parla del Regno servendosi di parabole.

Il mistero che si svolge in noi attraverso il seme della Parola deposto nella nostra coscienza e che cresce anche se noi dormiamo nelle nostre indifferenze e distrazioni, deve diventare fonte di speranza, di fiducia e di abbandono.

L’aspetto fiduciale della fede impedisce che germogli in noi una sorta di autosufficienza.

Nessuno si salva solamente per le opere ma per la fede e la grazia, come ripete ininterrottamente S. Paolo.

Le opere infatti devono essere il frutto che spunta in chi ha accolto il Regno di Dio in sé.

Il Regno è già presente in mezzo a noi ma, anche, sta crescendo e sviluppandosi verso un destino mirabile.

Di fronte al futuro sono possibili tre atteggiamenti.

Innanzitutto vi è la disperazione di chi è paralizzato dallo sfacelo totale ed assoluto della morte: per essi l’uomo è creatura mortale e nulla più.

Per altri, invece, c’è la rassegnazione fatalistica o narcotica che li congela solo nel presente come in una prigione dorata in cui godere e sperimentare il maggior numero di sensazioni libere e possibili.

C’è infine la visione di Paolo e dei credenti in Cristo che intuiscono l’importanza del presente da vivere non come un’anticamera o una valle di lacrime, ma come luogo dell’impegno cristiano nell’amore.

E contemporaneamente questa visione sa che Dio nel Figlio Gesù ha vinto la morte e ci associa al suo trionfo di una gloria fatta di amore e di intimità con Dio.

Don Emilio

Diocesi di Pavia