Archivi categoria: Messaggio Settimanale

03 APRILE 2022

Cari fratelli,

la Pasqua ormai imminente ci esorta ad affrettare il nostro cammino di conversione e di purificazione del nostro animo, così da poter celebrare degnamente la settimana santa.

La conversione è come l’Esodo, ce lo ricorda Isaia, ed è un evento che bisogna continuamente rinnovare, perché l’incubo della schiavitù è sempre all’orizzonte.

L’esercizio e la coltivazione della vita interiore rende l’esperienza cristiana come una corsa, inadatta a chi è pigro, scettico o imbolsito dall’indifferenza.

L’esodo-conversione ha una meta: la Pasqua di Cristo che tutto trasforma.

Tutti gli altri valori perdono di importanza.

Paolo ci dice: ” Per Cristo tutto io reputo una perdita, una spazzatura, al fine di guadagnare Cristo con la speranza di giungere alla resurrezione”.

Il cristiano sa operare una scelta di valori secondo scale e misure ben diverse da quelle proposte dal mondo.

“Chi è senza peccato, scagli la prima pietra”.

Umiltà e misericordia, coscienza del proprio limite e bontà sono binomi inscindibili.

Questa povertà di spirito è la radice del perdono.

Il Vangelo di oggi è anche un canto alla fiducia: Dio perdona sempre chi ha il cuore contrito, perché Cristo non è venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori e perché Dio non vuole la morte del peccatore ma che egli si converta e viva.

Scriveva Bernanos: “Ho perso l’innocenza dell’infanzia, ma la posso riconquistare attraverso la santità”.

L’adultera, creatura umile, pentita e fiduciosa, se ne va in pace perché ha ritrovato la sua purezza.

E anche l’ipocrisia dei suoi giudici se ne va, ma è solo un cammino verso la confusione.

Sono incapaci di condividere l’eterna scommessa di Dio che spera sempre nel ritorno dell’uomo peccatore.

A tutti una buona settimana.

Don Emilio

27 MARZO 2022

Cari fratelli,

le letture che oggi incontriamo sono un canto alla riconciliazione, bisogno fondamentale dell’uomo peccatore e bisogno irrinunciabile di un Padre che ama.

Scrive un mistico russo: “Esiste un desiderio umano di Dio, ma anche un desiderio dell’uomo. Dio è il desiderio più grande dell’uomo. Ma l’uomo è altrettanto per Dio. Dio ha bisogno dell’uomo perché vuole che non soltanto Egli sia l’amato, ma anche che l’uomo sia l’amato e l’amante”.

La riconciliazione è, quindi, un dialogo di amore restaurato.

La riconciliazione è un passato abbandonato.

Israele a Galgala sente cadere dalle spalle l’infamia dell’Egitto.

Il figlio era morto ed è tornato alla vita; era perduto ed è stato ritrovato.

Dio, dice Paolo, non imputa più agli uomini le loro colpe, perché le cose vecchie sono passate.

Il pentimento, la conversione, la vita nuova, la decisione morale personale sono la radice autentica della riconciliazione.

La riconciliazione è un futuro di creatura nuova (seconda lettura).

È gioia e festa di Dio e dell’uomo (Vangelo).

Il documento preparatorio del sinodo dei vescovi del 1982 sulla riconciliazione e la penitenza così osserva: “Così la persona umana è ricondotta alla sua verità più pura ed è resa capace viverne le esigenze in un’autentica libertà. Infatti, riconciliato con Dio, l’uomo non è più disgregato e diviso in sé stesso, ma ritrova la sua unità interiore e la sua vera libertà, che lo rende capace di un servizio responsabile a Dio ed ai fratelli. L’ambito ecclesiale della riconciliazione è ribadito da Paolo ed è postulato dalla nostra appartenenza al Corpo di Cristo contro cui si indirizzano i nostri peccati; è richiesto dalla dimensione sociale dei nostri peccati contro il prossimo. Anche se celebrata individualmente la riconciliazione sacramentale ha sempre un’atmosfera ecclesiale”.

A tutti una buona settimana.

Don Emilio

20 MARZO 2022

Cari fratelli,

la prima lettura di oggi costituisce una delle pagine più alte di tutto l’Antico Testamento, perché in essa troviamo la rivelazione del nome di Dio.

Egli si rivela come un essere dinamico, non come una divinità terribile.

Siamo quindi invitati a liberarci da tutte le idolatrie, da tutte le false immagini di Dio.

Con Lui ci possiamo incontrare o scontrare perché Egli si frappone sulla via di ogni uomo.

L’Israele della schiavitù l’ha incontrato come liberatore; l’Israele del deserto s’è scontrato con Lui ricusandolo; l’Israele del tempo di Gesù è rimasto indifferente, senza produrre frutti.

A Dio non si sfugge e speriamo che il nostro incontro sia un abbraccio.

Lo scrittore G. Testori ebbe a scrivere: “T ‘ho amato con pietà; con furia ti ho adorato. T ‘ho violato, sconciato, bestemmiato. Tutto si può dire di me, tranne che ti ho evitato”.

Perché il nostro incontro sia un abbraccio, occorre seguire una rotta di conversione, punto nodale della predicazione di Gesù.

È necessario fruttificare.

Il messaggio cristiano non è un vago appello alla spiritualità, ma è un impegno morale, umano e religioso.

Dio è però paziente e misericordioso, lento all’ira e ricco di grazia e di fedeltà.

Egli lascia sempre un altro anno ai nostri tre anni di sterilità e di vuoto, come suggerisce la parabola del vangelo.

Spera sempre che all’orizzonte appaia il figlio amato.

Timore e speranza si fondono dunque in questa liturgia.

Timore per la giustizia e speranza per la bontà di Dio che perdona settanta volte sette.

Giovedì sera alle 21 in oratorio ultima lezione di introduzione alla Bibbia, tenuta dal rev. Don Gianluigi Corti sul tema: la Bibbia, una piccola biblioteca per raccogliere la Parola di Dio.

A tutti una buona settimana.

Don Emilio

13 MARZO 2022

Cari fratelli,

le letture di oggi ci portano alla contemplazione delle grandi rivelazioni che Dio fa di sé stesso.

La rivelazione di Dio, anche se oscura e notturna, richiede però sempre un cuore attento ed aperto.

Abramo è colui che crede e questa è l’opera fondamentale che Dio gli accredita, cioè annota nel libro della vita.

La fede ci fa scoprire un Dio vicino, un Dio alleato, pronto ad impegnarsi per noi.

Dovremmo riscoprire il senso dell’alleanza e dell’amore di Dio, contro la facile tentazione della superficialità e della sterilità.

La rivelazione suprema di Dio è nel Figlio che, nella debolezza della sua umanità, apre in modo evidente il mistero della sua divinità nascosta.

La Quaresima ha al centro la trasfigurazione pasquale ed è perciò protesa verso la manifestazione del volto di Cristo.

Quel volto insanguinato e coronato di spine dovrebbe essere al centro del nostro sguardo e della nostra meditazione.

La rivelazione del mistero avviene ora nella vita di grazia e di fede, ma, ci ammonisce Paolo, sarà piena quando Cristo trasfigurerà il nostro corpo per conformarlo al suo corpo glorioso.

Dobbiamo perciò preparare ogni giorno il nostro corpo, cioè il nostro essere e la nostra vita ad essere simile al corpo di Cristo.

ln questi giorni cari fratelli avete dato una altissima prova di carità e di condivisione per la tragedia che ha colpito il popolo ucraino: sono arrivate offerte e beni al di là di ogni aspettativa, segno che la partecipazione alla sventura di quel popolo ha ferito veramente il cuore di tanti, anche in questi tempi in cui sembra prevalere un individualismo egoista ed indifferente.

È proprio questo lo spirito della Quaresima: il non chiudere gli occhi davanti al fratello bisognoso.

Non dimentichiamo le parole del cardinale Borromeo all’Innominato nei Promessi Sposi: “Dio perdona tante cose per un’opera di misericordia”.

A tutti una buona settimana.

Don Emilio

06 MARZO 2022

Cari fratelli,

abbiamo iniziato con mercoledì il percorso quaresimale, tempo forte durante il quale siamo invitati ad intensificare le opere di pietà, nel digiuno e nella preghiera.

Il digiuno non è mai fine a sé stesso, ma vuole riportarci all’essenzialità delle cose, del nostro vivere e del nostro essere cristiani.

Il centro della fede biblica è la rivelazione del Dio liberatore e Salvatore nella storia.

Il centro della fede evangelica è la rivelazione di Dio in Cristo fatto uomo, entrato nella nostra storia, morto e risorto.

Il centro della fede cristiana è nella partecipazione continua con il cuore e con la bocca alla sua passione ed alla sua gloria vivendo la nostra storia.

La quaresima ci riporta ad una fede viva, ancorata alla storia, spoglia da ogni incoerenza e da ogni evanescenza.

La tentazione per un messianismo umano e trionfante è vinta da Gesù con la fedeltà alla Parola di Dio.

Un ascolto serio, appassionato, silenzioso nel deserto e nell’essenzialità del digiuno.

Anche per noi i quaranta giorni del tempo quaresimale dovrebbero essere il recupero dell’amore e dell’ascolto della Bibbia, lampada per i nostri passi

La tentazione dell’Adamo che è in noi ha per oggetto la scelta di un altro progetto, la decisione per un altro bene od un altro male rispetto a quelli indicati da Dio.

La tentazione dell’Adamo perfetto che è in Cristo ha per oggetto un altro progetto di salvezza rispetto a quello tracciato dal Padre.

Alla vittoria di Cristo sulla tentazione si giustappongono invece le nostre frequenti sconfitte.

La quaresima è un appello alla conversione, un invito a rettificare i nostri progetti e le nostre decisioni morali su quelle di Dio.

A tutti una buona settimana.

Don Emilio

27 FEBBRAIO 2022

Cari fratelli,

la lotta all’ipocrisia ed il recupero della sincerità del cuore sono indispensabili per il cristiano perché l’orgoglio è il peccato fondamentale che acceca e sbarra la porta a Cristo.

La liturgia di oggi è un continuo invito a rientrare in sé stessi per arricchire il proprio cuore e trasformarlo in un albero di frutti buoni.

Dicevano molti autori mistici: “entra in te e là troverai Dio, gli angeli ed il Regno”.

L’ipocrita ha paura di guardare in sé stesso e cerca la narcosi della sua superbia.

Attraverso questo abbandono alla purezza, attraverso l’umiltà e la sincerità noi veniamo conquistati alla vita ed alla speranza.

La correzione fraterna è così possibile solamente dopo una lunga pedagogia nei confronti di sé stessi.

“Non giudicate e non sarete giudicati”: questa norma etica proposta da Gesù è un invito al rispetto degli altri ed alla cautela nell’essere giudici del nostro prossimo.

Ricordo che il mercoledì delle Ceneri ed il venerdì Santo sono giorni di astinenza e digiuno, mentre tutti i venerdì sono giorni di astinenza dalle carni.

Al digiuno sono tenuti tutti coloro che, in buona salute, abbiano un’età compresa tra i 18 ed i 65 anni.

Per rispettarlo basta consumare una cena frugale.

Nel giorno delle Ceneri, ci sarà durante la messa l’imposizione delle ceneri, quale segno penitenziale.

Mentre il venerdì, alla sera, ripercorreremo la via della croce con il pio esercizio della Via Crucis.

A tutti una buona settimana.

Don Emilio

20 FEBBRAIO 2022

Cari fratelli,

ricordo gli appuntamenti della settimana:

mercoledì 23 alle ore 21 alla Casa dell’Accoglienza di Belgioioso: incontro sul cammino sinodale alla presenza del vescovo;

giovedì 24 alle ore 21 in Oratorio: 3° incontro biblico con don Gianluigi Corti (Con quali lingue parla la Bibbia? Generi letterari, immagini e simboli).

La solita predicazione sull’amore corre il rischio di suonare come una stanca esecuzione musicale su partitura ormai trita e ritrita, alla quale le persone sono assuefatti e che ha le qualità dell’acqua distillata: incolore, inodore ed insapore.

L’appello di Gesù è invece concreto ed esigente, realistico, incarnato, radicale.

Senza i correttivi del solito buon senso, bisogna riproporre le nude esigenze dell’amore, soprattutto nei confronti dei nemici.

L’amore per i propri nemici comporta non solo lo spezzare la catena dell’odio, ma anche il portare rispetto agli altri con tolleranza, pronti a scovare i valori nascosti in ogni uomo.

Il Signore Gesù ci indica come modello della nostra misericordia la misericordia stessa del Padre.

Si tratta di un modello infinito perché è l’amore stesso di Dio che ci viene chiesto di imitare.

Ed è attraverso questa imitazione di Dio che noi ci trasformiamo in suoi figli.

Questa liturgia potrebbe diventare l’occasione per una ripresa ed una rimeditazione dell’enciclica “Dives in misericordia” di S. Giovanni Paolo II, un testo di profonda passione e di ricco impianto biblico e che prende spunto dal passo del Vangelo di oggi.  

A tutti una buona settimana.

Don Emilio

13 FEBBRAIO 2022

Cari fratelli,

le Beatitudini sono un costante e radicale esame di coscienza del nostro essere cristiani.

È l’unità di misura dell’autenticità e della globalità della nostra esistenza nella fede.

Luca sottolinea la dimensione sociale e vitale di questa proposta fondamentale.

La fede ha tre dimensioni: fede è parola con la bocca; fede è verità col cuore; fede è opera coi fatti.

La fede in Dio, ci dice Geremia, e l’amore per il prossimo (la giustizia) sono i due cardini delle Beatitudini.

Il libro dei Proverbi ci ricorda che: “c’è gente i cui denti sono spade, i cui molari sono coltelli per divorare gli umili eliminandoli dalla terra e i poveri in mezzo agli uomini” (Pr 30,14).

L’uomo delle Beatitudini non può essere separato dagli afflitti, dai perseguitati, dagli affamati.

Il cristianesimo è la proclamazione di un nuovo ordine di rapporti umani.

La resurrezione di Cristo coinvolge tutta la creazione, cosmo, società e persone.

I guai del vangelo di oggi sono squillo di tromba, perché con spirito profetico tutti i credenti si lancino nella costruzione di un mondo nuovo, diverso da quello folle e disumano che finora gli uomini stanno edificando.

Anche se nella storia la forza del Vangelo sembra perdente contro la mostruosa potenza del male, essa è seme dirompente e destinata a diventare un albero gigantesco.

Mercoledì 23 febbraio, alla Casa dell’Accoglienza di Belgioioso alle ore 21, il Vescovo incontra le persone per spiegare come la diocesi intenda organizzare il proprio cammino sinodale in unione con la Chiesa Universale nel Sinodo indetto da papa Francesco.

Chi vuol partecipare mi faccia sapere in modo da organizzare la trasferta a Belgioioso.

A tutti una buona settimana.

Don Emilio

06 FEBBRAIO 2022

Cari fratelli,

oggi, giornata dedicata alla celebrazione della vita, in tutte le sue sfaccettature torniamo a parlare di vocazione sottolineando di essa alcune dimensioni concrete.

La vocazione nasce dalla libertà: “Eccomi, manda me!” (Is 6,8).

La vocazione nasce nel tempio, nel silenzio e nella preghiera.

La vocazione può anche nascere nel rumore delle strade, nella vita quotidiana e nei suoi problemi.

Così avvenne per Simone, Giacomo e Giovanni.

La vocazione parte da Dio: “Chi manderò?” (Is 6,8).

Esiste però una certezza, una pace nel chiamato.

“Per grazia di Dio sono quello che sono” confessa Paolo.

La vocazione cristiana è missionaria: “Sarai pescatore di uomini”.

Paolo riceve e trasmette l’annuncio pasquale. I doni non sono da seppellire sotto terra.

La vocazione cristiana è pasquale: annuncia la salvezza.

Proclama il credo che oggi Paolo insegna nella seconda lettura: una nuova storia è aperta cui tutti gli uomini possono partecipare.

Noi annunziamo la vita e la speranza.

Il cristiano ama la vita e ritiene che ogni vita debba essere spesa sino in fondo.

Per questo celebriamo oggi la giornata della vita, del bimbo che ancora deve nascere come dell’infermo nel suo letto di dolore.

L’uomo nella sua arroganza, spesso nella sua disperazione, si ritiene padrone della vita, ma la conoscenza del bene e del male appartiene solamente al Signore.

Venerdì prossimo, nella festa della Beata Vergine di Lourdes, ricorre la festa del malato.

Mentre invochiamo la nostra guarigione dalle tante malattie che ci affliggono, ricordiamo che la malattia non è segno di maledizione: fa parte della nostra fragilità umana e dovrebbe insegnarci un po’ di umiltà nel nostro delirio di onnipotenza.

A tutti una buona settimana.

Don Emilio

30 GENNAIO 2022

Cari fratelli,

oggi la liturgia pone alla nostra attenzione le esperienze drammatiche di Geremia e di Gesù nella sinagoga del suo paese.

Geremia vive il dramma di una vocazione e di un’esistenza travagliata.

Gesù vive il dramma del rifiuto da parte dei suoi concittadini.

Nonostante il tradimento ed il terrore, Geremia annunzierà per tutta la vita la Parola, pur davanti alla aperta ostilità dei cittadini di Gerusalemme.

Nonostante la reazione ostile degli abitanti di Nazaret, Gesù inizia il suo ministero di speranza e di salvezza in Galilea.

Nonostante il silenzio frequente di Dio anche noi dobbiamo continuare il nostro itinerario scegliendo la via difficile ma fruttuosa della speranza.

Geremia è un profeta, cioè una parola in nome di Dio.

Cristo è presentato da Luca come il profeta per eccellenza, portatore della Parola definitiva di Dio da comunicare a noi.

I ministri della Chiesa sono profeti di Cristo.

“Noi fungiamo da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro” (2Cor 5,20).

I cristiani ricevono nel battesimo lo Spirito profetico così da essere luce nel mondo, città posta sul monte.

La testimonianza profetica è uno specifico, troppo spesso dimenticato o semplificato, della comunità cristiana.

L’amore è un altro specifico della profezia, dell’etica e della comunità cristiana.

Un amore che è come la croce di Cristo: verticale, perché sale al Padre, ma con due braccia orizzontali per accogliere tutti gli uomini.

Recita un’antica preghiera: “Signore Gesù, aiutaci perché ti amiamo di più; aumenta l’amore, infiammalo e purificalo. Tu non sei l’amore crudele, così da essere solo un oggetto, indifferente se qualcuno ti ami o no. Tu sei il perfetto amore che scaccia il timore. Tu sei l’amore che ama chi manifestamente ti ama e lo educhi perché ti ami di più”.

A tutti una buona settimana.

Don Emilio