Cari fratelli,
concludiamo il periodo legato al Natale con la Festa del Battesimo di Gesù nel Giordano.
La vita di Gesù si svolge secondo la trama normale della vita quotidiana della Palestina di allora.
È la vita di un uomo orientale che parla una lingua locale, l’aramaico della Galilea, che risiede in un villaggio anonimo e la cui vita si confonde con l’umanità comune.
Ma in tre momenti di questa esistenza, che pure ha già risvolti misteriosi (la sua parola ed i suoi miracoli), la trama quotidiana si spezza ed ecco apparire il mistero nascosto in questa persona.
La dichiarazione del vangelo odierna (Tu sei il mio Figlio prediletto) echeggia infatti all’inizio del ministero pubblico, quando Gesù appare sulla scena pubblica della regione.
Risuona poi a metà del percorso, sul monte della Trasfigurazione, e sarà sigillata sulla croce dalla voce di uno dei primi credenti: il centurione romano.
Il Battesimo è perciò un invito a scoprire il nostro mistero di figli adottivi, celato sotto le spoglie della nostra umana fragilità.
La manifestazione del mistero di Cristo non è però trionfalista, perché la sua è una regalità non di potenza ma di servizio e di amore come è stato per il servo sofferente di Isaia e per Pietro.
La consacrazione nello Spirito che Gesù riceve nel Battesimo è per l’evangelizzazione dei sofferenti e tale deve essere anche la nostra consacrazione battesimale.
Oggi è anche la celebrazione di tutti i battesimi cristiani che da quel Battesimo e dal Battesimo di sangue sulla croce ricevono efficacia.
Il battesimo cristiano è certamente il dono della salvezza e dell’amore di Dio, che si muove verso l’uomo, ancor prima che l’uomo, magari ancora inconsapevole perché troppo piccolo, possa muoversi verso di Lui.
Ma è anche risposta ed adesione libera e personale da testimoniare nella vita e nella formazione interiore.
Una risposta preparata dal sì della Chiesa e dall’impegno dei genitori e dei padrini.
Don Emilio