Carissimi Parrocchiani,
abbiamo avuto modo in questi anni di camminare insieme su alcuni importanti ‘sentieri verso l’Alto’ che si trovano nell’Antico Testamento: il sentiero di Abramo, di Giacobbe, di Giuseppe, di Mosè. Questi quattro sentieri sono i primi che si incontrano nella Bibbia e costituiscono per la loro ricchezza e completezza dei riferimenti fondamentali per ogni uomo che cerca Dio.
È mia intenzione proseguire nella stessa direzione anche se dobbiamo mettere in conto che il nostro cammino, a questo punto, giunge a una svolta.
Già facevo qualche cenno al riguardo presentando la figura di Mosè. Egli è l’ultimo dei grandi patriarchi dell’Antico Testamento e, tuttavia, già con lui le cose cominciano a cambiare. Infatti, come annotavo all’inizio del suo sentiero, a partire da lui il vero protagonista del dialogo con Dio non è più la figura del patriarca, ma il popolo di Israele che sta cominciando a muovere i suoi primi passi.
Fino a Mosè il popolo di Israele non esisteva o, meglio, esisteva in germe ed era rappresentato dalla figura del patriarca. Ma, dopo l’uscita dall’Egitto e con l’entrata nella terra di Canaan, il popolo di Israele assurge pienamente ad essere l’interlocutore di Dio. Dio instaura con lui quel dialogo che servendosi di mediatori e modalità diverse (cfr. Eb 1,1ss) ha il suo punto di arrivo nell’invio del Figlio, il Verbo eterno di Dio che si fa uomo in Gesù di Nazaret e con il quale il Padre si rivolge ormai a tutta l’umanità.
Si tratterebbe, allora, di seguire a questo punto il ‘sentiero verso l’Alto’ tracciato dal popolo di Israele, cioè di seguire i passi tracciati da Dio per aiutarlo a prendere sempre più coscienza della sua vocazione di popolo della promessa. Non seguiamo però esattamente questa strada.
Per ritornare all’immagine della montagna che stiamo insieme scalando attraverso i diversi ‘sentieri verso l’Alto’ – sentieri che portano tutti a Cristo – possiamo dire che questo dialogo tra Dio e il suo popolo si è concretamente sviluppato su tre versanti: il versante della storia, della predicazione profetica e della riflessione sapienziale.
In altri termini, per conoscere i passi del dialogo tra Dio e il popolo di Israele possiamo metterci in ascolto, anzitutto, della sua storia concreta che ha nell’istituzione monarchica e, quindi, nella figura del re, il suo asse portante; in secondo luogo, si tratta di considerare la mediazione offerta dai profeti che con la loro predicazione hanno aiutato il popolo di Israele a tenere viva la coscienza della propria vocazione di popolo consacrato a Jahwé; infine, occorre considerare la riflessione sapienziale che investigando l’esperienza umana alla luce della fede ha colto i capisaldi della sapienza che viene da Dio stesso. Pertanto, vorrei muovermi su questi tre versanti percorrendo di ciascuno un sentiero verso l’Alto. Incominciamo dal versante della storia e prendiamo in considerazione tra i tanti sentieri quello più bello e significativo: il sentiero del re Davide.
Don Luigi Pedrini