San Leonardo Confessore (Linarolo), 26 Agosto 2012
[4]I suoi fratelli, vedendo che il loro padre amava lui più di tutti i suoi figli, lo odiavano e non potevano parlargli amichevolmente.
Carissimi Parrocchiani,
ci soffermiamo ora su questo versetto che riferisce la delicata situazione che viene a crearsi tra i figli di Giacobbe.
Stando al testo, la predilezione di Giacobbe per Giuseppe, resa ancora più manifesta dalla veste che gli fa indossare, diventa per gli altri figli qualcosa di irritante e di insopportabile. Ciò che irrita i fratelli non è evidentemente la veste in sé, ma ciò che essa sottintende: la veste lussuosa in fondo incrina l’uguaglianza tra i fratelli e innalza uno al di sopra degli altri.
Il risultato che ne segue è un atteggiamento di avversione: “lo odiavano”. Così traduce la CEI, alludendo al sentimento di rifiuto che i fratelli nutrono verso Giuseppe. L. A. Schokel offre un’altra traduzione (“gettavano odio”), perché secondo lui il verbo allude a qualcosa di più di un semplice sentimento. Propriamente, ad un atteggiamento interiore che è già anticipo di un’azione conseguente. Questo odio è già gravido dei germi del male che, poi, esploderà.
Nel concreto, per ora, questa avversione si esprime all’esterno nella negazione del saluto: negano la “shalom”, la pace. “Non lo salutavano nemmeno”: questo è più precisamente quello che significa l’espressione: non potevano parlargli amichevolmente.
Va tenuto presente che, allora, il saluto aveva una grande importanza e che la negazione poteva significare la rottura della comunione. Da questo punto di vista, il versetto vuole dire che nella casa di Giacobbe si è creata una situazione di divisione, di frattura. È una ferita che si apre e che si approfondirà sempre di più: solo molto tempo, quando avverrà la riconciliazione tra fratelli, essa si rimarginerà.
C’è da dire che il maggior peso di responsabilità di questa situazione cade su Giacobbe che, senza rendersene conto, provoca l’odio degli altri figli nei confronti del figlio prediletto. Tuttavia, chi patisce maggiormente e più immediatamente le conseguenze di questa divisione è Giuseppe. Infatti, i fratelli diventano nemici suoi, non nemici del padre.
Accade spesso che l’odio di chi si sente trattato ingiustamente si diriga non contro chi ha concesso i privilegi ritenuti ingiusti, ma contro chi è stato privilegiato (la vicenda di Caino e Abele lo insegna molto bene).
Don Luigi Pedrini