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Avvisi – 25 Gennaio 2015

AVVISI IN GENERALE

L’AIFO pavese ringrazia per il contributo dato domenica scorsa all’Associazione con l’acquisto del miele.

  • Martedì sera, alle ore 21.00: Prove di canto
  • Sabato 31 gennaio e domenica 1 febbraio: Festa di san Giovanni Bosco, Patrono del nostro oratorio.
    • Sabato, alle ore 21.00: tradizionale tombolata in oratorio.
    • Domenica 1 febbraio: S. Messa solenne alle ore 11.00.
    • Segue per i ragazzi che lo desiderano il pranzo nel vecchio asilo delle Suore.
    • Alle ore 15.00, in salone, rappresentazione teatrale su san Giovanni Bosco a cura dei ragazzi e con la partecipazione anche del coro parrocchiale. Siamo tutti invitati.
INCONTRI DI CATECHESI
  • Domenica 25 c.m., ore 10.00: Catechismo dei ragazzi.
  • Lunedì 26 c.m., presso i Francescani di Canepanova, Incontro di catechesi per i giovani alle ore 21.00. Alle 19,30: possibilità di cenare con gli altri giovani.
  • Venerdì 30 c.m., ore 20.30: i ragazzi di 1°, 2° e 3° Media si ritrovano in salone per la preparazione della rappresentazione su san Giovanni Bosco.
  • Sabato alle ore 10.00: Prove generali della rappresentazione.
  • L’incontro di catechesi che era fissato domenica 1 febbraio per i ragazzi di 4° e 5° elementare e per i loro genitori è rimandato a domenica 8 febbraio.
ADORAZIONE EUCARISTICA E CONFESSIONI
  • Giovedì ore 21.00: Esposizione eucaristica.
    Segue la recita dei Vespri.
    Quindi, la preghiera personale.
    Alle ore 21.45: recita di Compieta e Reposizione.
  • Venerdì ore 15.30: Esposizione.
    Ore 15,55: Rosario.
    Ore 16.20: Benedizione e Reposizione.
  • Sabato ore 10.00-11.30: Confessioni.

25 Gennaio 2015

Carissimi Parrocchiani,

a conclusione del commento di questo primo tratto della vita di Mosè che va dalla sua nascita all’incontro con Dio sul monte Sinai, ci lasciamo illuminare da una considerazione originale che traggo dalla Vita di Mosè di san Gregorio di Nissa, un padre della Chiesa vissuto nel secolo IV.

La sua riflessione ha una finalità eminentemente spirituale: vuole nutrire la nostra fede e stimolarci a rivivere in prima persona l’esperienza di Mosè. Infatti, dopo il racconto della nascita scrive: “La nascita di Mosè coincide con il decreto del faraone che ordinava l’eliminazione di tutti i bambini maschi. In che modo la nostra libertà imiterà questa circostanza fortuita?”

Dunque, si tratta per noi di imitare in certa misura la nascita ‘singolare’ di Mosè. Ma è possibile? Risponde in proposito san Gregorio: “Non dipende da noi, si dirà giustamente, imitare con la nostra nascita questa nascita così singolare”. E, tuttavia, aggiunge: “Ma questa difficoltà apparente, che sorge dall’inizio, non deve farci fermare”.

Ed ecco la sua originaria considerazione: egli distingue un ‘nascere’ che non dipende da noi (nessuno di noi ha deciso in prima persona di venire al mondo), da un ‘nascere’ che, invece, è opera nostra al punto che noi siamo – afferma san Gregorio di Nissa – “genitori di noi stessi”. Scrive: “Chi non sa che tutti gli esseri sottomessi al divenire non restano mai identici a se stessi, ma passano continuamente da una forma all’altra, a causa di un cambiamento continuo, che è sempre verso il bene o verso il male? Pertanto, essere soggetti al cambiamento significa nascere continuamente. […] Ma qui la nascita non è causata da un intervento esterno, come avviene per gli esseri corporali… Essa invece è il risultato di una scelta libera; e noi siamo, in un certo senso, i genitori di noi stessi, generando noi stessi nel modo in cui vogliamo essere e formandoci con la nostra volontà secondo il modello che scegliamo per il bene o per il male”.

Dunque, dipende da noi dopo essere nati che la nostra vita si orienti verso il bene che ci fa vivere oppure verso il male che ci porta alla rovina. È quello che già ricordava nell’Antico Testamento il libro del Deuteronomio: “Io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione. Scegli dunque la vita, perché viva tu e la tua discendenza, amando il Signore, tuo Dio, obbedendo alla sua voce e tenendoti unito a lui, poiché è lui la tua vita e la tua longevità” (Dt 30,19-20). Nella stessa linea Gesù afferma che chi segue Lui che è la porta della vita “sarà salvo: entrerà e uscirà e troverà pascolo” (Gv 10,9).

Si comprendono, allora le affermazioni conclusive di san Gregorio di Nissa: “Così noi abbiamo la possibilità, nonostante l’opposizione del tiranno (al tempo di Mosè era il faraone; per noi è il mondo che vuole imporre la sua logica fuorviante), di nascere ad una vita superiore”.

Questa nascita se da una parte è dono di Dio (è Lui che apre davanti a noi la strada della vita), dall’altra è opera nostra: dipende dalla nostra libera scelta orientare i passi sulla via che conduce alla vita. Davvero – conclude san Gregorio di Nissa – siamo di fronte a “una nascita spirituale in cui la libertà opera come nutrice” (da: La vita di Mosé, di Gregorio di Nissa, II,1-4)

Don Luigi Pedrini

Avvisi – 18 Gennaio 2015

AVVISI IN GENERALE

  • Domenica 18 c.m., dopo la S. Messa delle ore 11.00. è in vendita il miele Il ricavato va a favore dell’AIFO l’Associazione che cura nel mondo gli ammalati di lebbra.
  • Dal 18 al 25 gennaio si celebra la Settimana di Preghiera per l’unità dei cristiani
  • In questa settimana si svolgono alcuni incontri dei Gruppi di ascolto del Vangelo nelle famiglie.
  • Venerdì mattina porterò la Comunione agli ammalati a San Leonardo che non ho potuto fare la scorsa settimana.
  • Ringrazio per l’offerta a favore dell’Infanzia missionaria che è stata di E. 400,00.

INCONTRI DI CATECHESI

  • Domenica 18 c.m., ore 10.00: Catechismo dei ragazzi di 4° e 5° elementare. Nel pomeriggio a partire dalle ore 15.15, il catechismo dei ragazzi di 1°, 2°, 3° elementare e incontro per i loro genitori.
  • Venerdì 23 c.m., ore 20.30: i ragazzi di 1°, 2° e 3° Media si ritrovano in salone per la preparazione della rappresentazione su san Giovanni Bosco.
  • ADORAZIONE EUCARISTICA E CONFESSIONI
  • Giovedì 22 c.m. ore 21.00: I sacerdoti del Vicariato si ritrovano per l’adorazione eucaristica a Santa Cristina. Nel prossimo mese l’adorazione sarà qui nella nostra parrocchia.
  • Venerdì ore 15.30: Esposizione. Ore 15,55: Rosario. Ore 16.20: Benedizione e reposizione.
  • Sabato 23 c.m. dalle ore 10,00 – alle 11.00 sono disponibile per le confessioni.

18 Gennaio 2015

Carissimi Parrocchiani,

nel foglio della scorsa settimana ho richiamato l’attenzione su due singolari somiglianze tra la vita di Mosè e quella di Gesù. Continuo in questo solco ricordando altri due tratti che essi hanno in comune.

In primo luogo, il fatto che la missione di Mosè è preceduta da un lungo periodo di silenzio e di nascondimento. Riguardo agli anni che la precedono sappiamo pochissimo: siamo informati soltanto della sua iniziativa di presentarsi, a un certo punto, sulla scena pubblica nella veste di difensore del suo popolo. C’è, dunque, questa uscita ‘ufficiale’ che, quantunque fallimentare, è rivelativa dell’orientamento di vita che Mosè coltivava nel suo cuore. È, però, solo una breve parentesi, perché subito dopo Mosè ritorna nell’ombra: quando la chiamata di Dio lo raggiunge sul monte Sinai sono trascorsi ben quarant’anni dalla sua fuga dall’Egitto.

Anche in Gesù troviamo qualcosa di simile. La sua missione comincia all’età di trent’anni: prima c’è il lungo silenzio degli anni trascorsi a Nazaret. Anche nella sua vita, come in quella di Mosè, c’è stata una breve interruzione, un momento in cui è uscita dall’ombra: si tratta dell’episodio accaduto all’età di dodici anni, quando, durante il pellegrinaggio a Gerusalemme, si intrattiene all’insaputa di tutti. I suoi genitori credendolo smarrito, si mettono in affannosa ricerca e lo ritrovano dopo tre giorni seduto nel tempio mentre ascolta e interroga i dottori della legge. Alla loro richiesta di spiegazione di quel comportamento, Gesù dà una risposta inequivocabile riguardo a quello che sarà il suo orientamento di vita: egli dovrà “essere nella casa del Padre suo” (Lc ), cioè vivere interamente la sua vita in obbedienza alla volontà del Padre.

Ecco, allora un terzo parallelismo: sia la missione di Mosè, sia la missione di Gesù nascono dal silenzio, come a dire che Dio non ha bisogno anzitutto delle nostre doti, della nostra buona volontà, di ciò che umanamente fa notizia per realizzare i suoi disegni: Egli ama servirsi della nostra povertà e umiltà.

Infine, possiamo ricordare un quarto parallelismo che mette in luce la somiglianza, ma anche la diversità e l’eccellenza di Gesù rispetto a Mosè. Il tratto in comune è costituito dal rifiuto che, in certa misura, entrambi hanno incontrato da parte del loro popolo. Mosè viene rifiutato dai suoi e intraprende la via del deserto; Gesù viene pure rifiutato dai suoi e intraprende la via della croce. La differenza, invece, sta nella motivazione che ha determinato il rifiuto. Mosè è rifiutato per il ricorso alla violenza che lo fa percepire come uno che vuole imporre la sua autorità; Gesù, all’opposto è rifiutato perché non ricorre alla violenza, è troppo debole: il popolo di Israele non ha riconosciuto in lui il ‘nuovo Mosè’ che, secondo le aspettative, doveva essere un liberatore politico.

In realtà, Gesù sarà davvero il ‘condottiero’ e il ‘liberatore’, ma non salverà il suo popolo dall’oppressione politica del potente di turno servendosi della forza, ma dalla schiavitù interiore del peccato mediante il dono della propria vita. Come a dirci che Dio lavora ad un altro livello, più profondo e radicale, diverso dalle nostre aspettative. E qui sta l’eccellenza di Gesù rispetto a Mosè.

Don Luigi Pedrini

11 Gennaio 2015

Carissimi Parrocchiani,

riprendendo le fila della vicenda di Mosè dopo le feste natalizie, vi invito a tornare sui fatti commentati fino ad ora per cogliervi alcune prefigurazioni della vita stessa di Gesù. Si tratta di parallelismi singolari che contribuiscono ad illuminare sia la vita di Mosè sia la vita di Gesù.

Un primo parallelismo è costituito dalla strage dei bambini che fa da cornice drammatica a entrambe le nascite: nel caso di Mosè è decretata dal faraone; nel caso di Gesù dal re Erode. All’origine di tutto il timore dei due regnanti di perdere il potere. A questo riguardo, la letteratura aggadica (si tratta di commenti al Pentateuco ad opera dei rabbini: risalgono a pochi decenni prima della nascita di Gesù e tendono ad amplificare gli avvenimenti dell’Esodo) nel suo commento alla figura di Mosè, offre una spiegazione singolare della decisione del faraone di far morire tutti i bambini di Israele nel Nilo. Spiega che all’origine ci sarebbe stato un sogno fatto dal faraone.
Il Faraone vide una bilancia e, sui piatti della bilancia, da una parte tutto il paese d’Egitto e dall’altra – meravigliosa cosa – un agnello. […] Il piatto dove era posto l’agnello andava giù, mentre il piatto dove posava tutto il paese d’Egitto saliva. Questo sogno misterioso impaurì e sgomentò il faraone. Appena sveglio egli chiamò i magi di tutto l’Egitto perché volessero spiegargli il sogno. E i magi dissero al faraone: “Tempo verrà che un figlio di Israele distruggerà tutto l’Egitto: tutto l’Egitto insieme non avrà potere su di lui; egli sarà il vero re”. Il faraone geloso del proprio potere che vedeva minacciato dal re dei Giudei annunciato da magi, volle salvare questo potere cercando di trucidare l’agnello che avrebbe dovuto sgominare la potenza dell’Egitto.
Questi stessi testi, commentando la promessa che si trova nel Deuteronomio secondo la quale Dio avrebbe mandato un profeta simile a Mosè, spiegano che si riferisce alla venuta del Messia: sarebbe stato un Mosè redivivo. È molto probabile che Matteo quando narrava la strage degli innocenti presentando Gesù come Salvatore avesse presente tutto questo.

Una seconda prefigurazione di Gesù la cogliamo nella scelta generosa di Mosè a favore del suo popolo. Si coinvolge e si espone fino a rinunciare ai privilegi di cui godeva nella casa del faraone pur di farsi solidale con i suoi fratelli schiavi e perseguitati. Sta di fatto che questa presa di posizione si esprimerà nella decisione di uscire per sempre dalla casa del Faraone e diventare egli stesso esule in terra straniera come i suoi fratelli.

Anche in Gesù troviamo questo dinamismo di auto-spoliazione di ogni privilegio e di solidarietà verso di noi. Lo dichiara in modo perentorio san Paolo nella lettera ai Filippesi quando scrive che Gesù “non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio, ma spogliò se stesso per apparire uomo come noi” (Fil 2,6ss). Dunque Gesù, nonostante potesse venire in mezzo a noi forte delle sue prerogative divine, ha preferito rinunciarvi e presentarsi uomo del tutto simile a noi. Davvero – come ci hanno ricordato le feste del Natale – si è incarnato, cioè ha assunto veramente la debolezza della nostra carne, realizzando così un mistero che non finirà mai di stupirci.

Don Luigi Pedrini

21 Dicembre 2014

BUON NATALE A TUTTI!

Presepe Chiesa

  • Continuiamo la Novena di Natale secondo gli orari indicati.
  • Sul foglio trovate pure gli orari delle Confessioni natalizie.
  • In particolare ricordo e vorrei raccomandare di valorizzare Lunedì 22 c.m., alle ore 20.45 la Celebrazione penitenziale.
  • La notte di Natale la celebrazione inizierà alle 23.45 con il canto delle profezie, l’annuncio del Natale e coi la celebrazione eucaristica.
  • Venerdì festa di S. Stefano: orario festivo.
  • Domenica 28: Festa della Santa Famiglia di Gesù.
    Pregheremo in modo particolare per le famiglie che celebrano quest’anno un anniversario significativo.

 

  • Si può acquistare in parrocchia il calendario parrocchiale del nuovo anno.
  • Il catechismo riprende domenica 11 gennaio, dopo l’Epifania. (Prima di allora, per i ragazzi c’è l’appuntamento importante della Benedizione dei bambini nel pomeriggio dell’Epifania.

 

Avvisi – 14 Dicembre 2014

AVVISI IN GENERALE

  • L’offerta di questa domenica va a favore della Caritas Parrocchiale.
  • Proposta del Vescovo: “Compro lavoro”.
  • Martedì, ore 21.00: Prove di canto.
  • Per fine settimana-inizio della prossima, arriveranno nelle case i miei auguri di Natale, il foglio con gli orari delle funzioni natalizie e il Resoconto Parrocchiale dell’anno.
  • In questa settimana verrò a portare le Comunioni agli ammalati: martedì a Vaccarizza, Motta e Strada Bassa; mercoledì e venerdì a San Leonardo.

INCONTRI DI CATECHESI

  • Sabato13 c.m., alle ore 18.30: Incontro di catechesi per gli adolescenti.
  • Domenica 14 c.m.. alle ore 10.00: Catechismo dei ragazzi.
  • Lunedì 15 c.m., alle ore 21.00 in sala parrocchiale:
    II Incontro di catechesi per gli adulti.
    Rifletteremo su altre due opere di misericordia spirituale: “Insegnare agli ignoranti” (E. Maggi);
    “Ammonire i peccatori” (don Luigi).
  • Lunedì 15 c.m. alcuni giovani della Parrocchia parteciperanno all’Incontro sulla Parola di Dio presso la Chiesa di Canepanova insieme agli altri giovani della Diocesi.
  • Domenica 21 c.m., alle ore 9.30: Incontro nel salone del vecchio asilo per gli adolescenti.

ADORAZIONE EUCARISTICA E CONFESSIONI

  • Giovedì ore 21.00: Esposizione eucaristica.
    Segue la recita dei Vespri.
    Quindi, la preghiera personale.
    Alle ore 21.45: recita di Compieta e reposizione.
  • Venerdì ore 15.30: Esposizione.
    Ore 15,55: Rosario.
    Ore 16.20: Benedizione e reposizione.
  • Sabato ore 10.00-11.30: Confessioni.

14 Dicembre 2014

Carissimi Parrocchiani,

prima di metterci in ascolto degli avvenimenti successivi e, in particolare, della ‘teofania’ del Sinai, che vedrà Mosè protagonista di un singolare incontro con Dio che segnerà una svolta decisiva nella sua vita, sostiamo sugli avvenimenti finora narrati per qualche considerazione che sia illuminante anche per il nostro cammino di fede.

La prima cosa che sorprende è che la salvezza dell’infante Mosè, per sé destinato come tutti i bambini maschi degli ebrei a morire annegato nel Nilo, è giunta per la strada più impensata: Ora la figlia del faraone scese al Nilo per fare il bagno, mentre le sue ancelle passeggiavano lungo la sponda del Nilo. Ella vide il cestello fra i giunchi e mandò la sua schiava a prenderlo. L’aprì e vide il bambino: ecco, il piccolo piangeva. Ne ebbe compassione…(Es 2,5-6).

Davvero Dio è capace di servirsi di tutto e di tutti per realizzare la sua opera: in questo caso si è servito niente meno che della figlia del faraone, così che – cosa paradossale – proprio il faraone, che aveva decretato l’uccisione di tutti i figli maschi degli ebrei, va preparando l’uomo che determinerà la salvezza di Israele.

Questo particolare invita noi ad affrontare le vicissitudini avendo fiducia nello Spirito di Dio che continua ad operare nella storia, senza cedere alla tentazione di quel “pessimismo sterile” da cui mette in guardia papa Francesco nell’Evangelii gaudium. Egli scrive:

I mali del nostro mondo – e quelli della Chiesa – non dovrebbero essere scuse per ridurre il nostro impegno e il nostro fervore. Consideriamoli come sfide per crescere. Inoltre, lo sguardo di fede è capace di riconoscere la luce che sempre lo Spirito Santo diffonde in mezzo all’oscurità, senza dimenticare che «dove abbondò il peccato, sovrabbondò la grazia» (Rm 5,20). La nostra fede è sfidata a intravedere il vino in cui l’acqua può essere trasformata, e a scoprire il grano che cresce in mezzo della zizzania. A cinquant’anni dal Concilio Vaticano II, anche se proviamo dolore per le miserie della nostra epoca e siamo lontani da ingenui ottimismi, il maggiore realismo non deve significare minore fiducia nello Spirito né minore generosità (n. 84)

C’è ancora un particolare che vale la pena richiamare. I versetti 5-6 riferendo per la prima di Mosè, che poi sarà il protagonista assoluto degli avvenimenti successivi, lo presentano semplicemente come un bambino che piange. In questo modo, la Parola di Dio vuole ricordare l’umiltà dello stile di Dio: egli ama realizzare imprese grandiose servendosi di avvenimenti all’inizio molto umili. Queste era e rimane tutt’oggi lo stile con cui Dio porta avanti la storia.

E anche qui c’è di che riflettere: solo rimanendo nell’umiltà, nella povertà, nell’impotenza serviremo il Signore. Se vorremo ricorrere alla potenza, alla ricchezza, alla forza, saremo strumenti inadatti e il Signore ci dirà che non ha bisogno di noi. Tra l’altro, l’impotenza ha il vantaggio – come è accaduto con Mosè – di essere difesa e salvata proprio dagli stessi potenti: non sanno che proprio l’impotenza è il loro vero pericolo.

Don Luigi Pedrini