CAMMINARE INSIEME dal 16 al 23 giugno 2024

Foglio settimanale della Parrocchia
S. Leonardo Confessore
Tel. 0382 587113
Cell. 335 83 99422

sanleonardoevalle@gmail.com

Calendario Liturgico

Domenica 16(XI T.O.):  
ore 8.00: Beppe, Loredana e Giovanni
ore 9.30 (alla Motta): Norma e Gildo
ore 11.00: Nadia

Lunedì 17:  
ore 16.30

Martedì 18:  
ore 16.30

Mercoledì 19:  
ore 16.30

Giovedì 20:  
ore 8.30

Venerdì 21:  
ore 8.30: Luigi e fratelli

Sabato 22:  
ore 17.00: Fanny, Amedeo, Mario, Salvatore e Maria Luisa

Domenica 23(XII T.O.):  
ore 8.00: Teresa Perversi
ore 9.30 (alla Motta): fam. Rebizzi
ore 11.00: per la comunità

Messaggio

Cari fratelli,

il profeta Ezechiele nella prima lettura canta una nuova alleanza, propaggine dell’antica, con l’immagine della talea strappata al vecchio tronco e trapiantata sul Sion, il santo monte di Dio, e destinata a diventare un albero imponente e rigoglioso. È quindi evidente, secondo i Padri della Chiesa, il riferimento alla nuova comunità di credenti, germogliata dall’antico tronco della vecchia Alleanza e destinata a farle ombra.

Nel Vangelo Gesù parla del Regno servendosi di parabole. Il mistero che si svolge in noi attraverso il seme della Parola deposto nella nostra coscienza e che cresce anche se noi dormiamo nelle nostre indifferenze e distrazioni, deve diventare fonte di speranza, di fidu-cia e di abbandono. L’aspetto fiduciale della fede impedisce che germogli in noi una sorta di autosufficienza. Nessuno si salva solamente per le opere ma per la fede e la grazia, come ripete ininterrottamente S. Paolo. Le opere infatti devono essere il frutto che spunta in chi ha accolto il Regno di Dio in sé.

Il Regno è già presente in mezzo a noi ma, anche, sta crescendo e sviluppandosi verso un destino mirabile. Di fronte al futuro sono possibili tre atteggiamenti. Innanzitutto vi è la disperazione di chi è paralizzato dallo sfacelo totale ed assoluto sella morte: per essi l’uomo è creatura mortale e nulla più. Per altri, invece, c’è la rassegnazione fatalistica o narcotica che li congela solo nel presente come in una prigione dorata in cui godere e sperimentare il maggior numero di sensazioni libere e possibili. C’è infine la visione di Paolo e dei credenti in Cristo che intuiscono l’importanza del presente da vivere non come un’anticamera o una valle di lacrime, ma come luogo dell’impegno cristiano nell’amore. E contemporaneamente questa visione sa che Dio nel Figlio Gesù ha vinto la morte e ci associa al suo trionfo di una gloria fatta di amore e di intimità con Dio.

A tutti una buona settimana.

Don Emilio