Calendario Liturgico
Domenica 6 (XXXII T.O.): Giornata in ricordo del IV Novembre
ore 8.00: fam. Recchia ed Arbini
ore 9.30 (a S. Damiano): Ernesto e Carla
ore 11.00:Giuseppe, Giovanni, Mariangela e Carmela
Lunedì 7:
ore 16.30
Martedì 8:
ore 16.30
Mercoledì 9:
ore 16.30
Giovedì 10:
ore 16.30
Venerdì 11:
ore 16.30: Luigia ed Ernando Pedrazzini
Sabato 12:
ore 17.00: Piera. Carlo, Mariuccia e Battista
Domenica 13 (XXXIII T.O.)
ore 8.00: per la comunità
ore 9.30 (a S. Damiano): Mario, Letizia e Stefano
ore 11.00:Carla e Silvio Malinverni
Messaggio
Cari fratelli,
dopo aver ricordato i nostri cari e tutti i defunti dei quali si è persa la memoria ricordiamo oggi i caduti di tutte le guerre, di coloro che sono caduti per unificare la nostra Patria e di coloro che sono caduti per il bene comune e per la libertà che è “sì cara come ben sa chi per lei vita rifiuta” (Dante).
Mentre l’anno liturgico volge rapidamente al termine, siamo oggi invitati ad una grande meditazione sulla speranza ultima. Varcata la soglia ultima della morte, si schiude per il credente l’orizzonte della comunione piena con il Signore. La speranza relativizza il presente. Ogni esistenza cristiana, per poco che voglia essere autentica, rimane sotto il segno dell’Esodo. La fede assume perciò un carattere relativizzante e in qualche modo destabilizzante nei confronti di tutto ciò che sul sentiero del credente si presenta con la presunzione dell’assolutezza e della stabilità. Di fronte a prospettive e a progetti proiettati nel tempo, il cristiano è consapevole di essere come l’erba sui tetti, che al mattino è rigogliosa ma che alla sera dissecca sotto la calura del sole.
La speranza da poi sostanza al presente, lo rende fecondo ed importante. L’uomo è così strappato alla morte ed è tutto intero, anima e corpo, recuperato a Dio ed in Dio. È il canto di Paolo della redenzione cosmica, che abbraccia tutte le dimensioni dell’essere creato, per ricondurle a Dio. Anziché essere alienante, come taluni predicano, l’attesa del futuro alimenta e stimola l’impegno nel presente, ne sana i limiti, ne cura le ferite, ne sazia le tensioni. I cristiani diventano allora nel mondo profezia di vita, di gioia e di fiducia nella bontà insita in ogni cuore.