Calendario Liturgico
Calendario Liturgico
- Domenica 9 (XXVIII T.O.):
- ore 8.00: per la comunità
- ore 9.30 (alla Motta): Luigi Cotta Ramusino
- ore 11.00: Lidia e Guerrino Guzzon
- Lunedì 10:
ore 16.30: Orsola, Giovanni e fam. - Martedì11:
ore 16.30: Salvatore Omaggio - Mercoledì 12:
ore 16.30: Maria Bisoni e famigliari defunti - Giovedì 13:
ore 16.30: per la comunità - Venerdì 14:
ore 16.30: Beppe, Loredana e Giovanni - Sabato 15:
ore 17.00: Primina Grandini - Domenica 16(XXIX T.O.)
- ore 8.00: Antonio Boggiani ed Anna Vitti
- ore 9.30 (alla Motta): fam. Pelle
- ore 11.00: Marco Sciorati, Luigi ed Annunciata Cislaghi
Messaggio
Cari fratelli,
celebrata la nostra sagra nel nome di Maria, ci prepariamo ora ad un grande evento: l’inaugurazione del nostro organo, ritrovato nella sua purezza originale. Sarà una grande sera, quella di venerdì 28, quando risuonerà nuovamente la voce di quel prezioso strumento troppo a lungo trascurato. Così la nostra chiesa brillerà nella pienezza finalmente recuperata di una voce amica cara a generazioni di concittadini che ci hanno preceduto.
Nelle letture di oggi scorgiamo il volto compassionevole di Gesù, che si china sul dolore innocente di dieci lebbrosi ed ha pietà di loro, guarendoli. Egli sfida le leggi levitiche che testificavano l’impurità rituale per chi aveva contatti con un lebbroso. Eliseo aveva fatto altrettanto con l’alto funzionario siriano.
Ma Luca, nel narrarci questa guarigione prodigiosa, tende a distinguere il guarire ed il salvare.
- Guarire significa liberare dalla malattia;
- Salvare è invece un impegno spirituale, evangelico ed interiore, che fa brillare la luce della fede e dell’amore.
C’è dunque un recupero del cuore, accanto a quello del corpo. È quindi una salvezza globale quella predicata da Cristo, dicendoci che tutte le lebbre dell’uomo possono essere sanate, in modo da attuare quella conformazione a Lui, proclamata da Paolo nella seconda lettura. Paolo infatti nel parlare della sua prigionia a Roma ci dice che la sua passione è offerta per gli altri, perché anch’essi raggiungano la salvezza. Questa offerta diventa in lui oggetto di preghiera, in un inno di lode che è anche il canto del martire, che sente di avere ormai raggiunto la meta. Egli in ultima analisi afferma che la comunione con la morte di Cristo nel battesimo comporta la partecipazione alla vita del Risorto.
“Se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con Lui” (Rom 6,8).
A tutti una buona settimana.
Don Emilio