28 Agosto 2022 – CAMMINARE INSIEME

Calendario Liturgico

Calendario Liturgico

  • Domenica 28(XXII T.O.):  
    ore 8.00: per la comunità
    ore 10.00 (a S. Leonardo): Giancarlo ed Odilia
  • Lunedì 29:
    ore 8.30: Ester Perotti e famigliari defunti
  • Martedì 30:
    ore 8.30: Angela e Renato           
  • Mercoledì 31:
    ore 8.30: Giuseppe e Carla Susani
  • Giovedì 1/9:
    ore 8.30
  • Venerdì 2:
    ore 8.30
  • Sabato 3:
    ore 17.00: Roberto, Maria Perotti e famigliari defunti 
  • Domenica 4(XXXIII T.O.):  
    ore 8.00: Carmela                     
    ore 9.30 (alla Motta): fam. Lanterna e Medici                    
    ore 11.00:Carla e Felice Furiosi

Messaggio

Cari fratelli, da domenica prossima, 4 settembre, riprende l’orario consueto delle messe domenicali, con il ripristino della messa delle 9.30 alla Motta.

L’umiltà è la regola per la partecipazione alla mensa del Regno. Come il Maestro, anche il discepolo opta per l’ultimo posto, perché anch’egli è venuto per servire e non per essere servito. La vera grandezza dell’uomo non si misura con il suo status sociale raggiunto, ma con la ricchezza umana e interiore posseduta, cioè con la capacità di amare e con la mente saggia, come dice il Siracide. L’umiltà non è lo svilimento di sé, ma è la giusta conoscenza di sé, per occupare esattamente il proprio posto nello scacchiere della vita, offrendo il proprio contributo allo sviluppo dell’uomo.

La parabola evangelica ed il monito del Siracide sull’elemosina esortano anche alla donazione libera e gioiosa, come vittoria sul nostro egoismo. “Sarai beato perché non sarai ricambiato”: questa bellissima beatitudine esalta il vero atteggiamento del credente che, come Cristo, si dona per gli altri; che presta senza sperare niente; che non calcola e che non si premura di farsi amico dei potenti, ma che è felice di essere vicino agli ultimi.

L’umiltà e la donazione sono virtù che celebrano il primato di Dio rispetto alle manovre ed ai giochi umani. La liturgia di oggi è allora il canto dei perfetti, come lo è il Padre celeste, i quali, poveri in spirito come Cristo, sono esaltati e ricevono un nome davanti a Dio. Ad essi viene destinata la città del Dio vivente, cioè l’esperienza esaltante della comunione piena con Dio. Se si ha il cuore saturo del proprio orgoglio o totalmente preso dalle cose possedute, non ci si può aprire a Dio. Non si può godere la libertà del distacco e la gioia della semplicità, come è stato in misura inarrivabile per Francesco d’Assisi: di tutto ciò ci ha lasciato una sublime testimonianza nel suo Cantico delle Creature.

A tutti  una buona settimana.
Don Emilio