Calendario Liturgico
- Domenica 26(XIII T.O.): ore 8.00: fam. Perversi Necchio
- ore 9.30 (a S. Damiano): fam. Rebizzi
- ore 11.00: Anna Groff
- Lunedì 27: ore 8.30: Lina, Clelia e Zina
- Martedì 28: ore 8.30: Anime abbandonate
- Mercoledì 29: ore 8.30: Ernesta ed Angelo
- Giovedì 30: ore 8.30: Adelaide e Giovanni
- Venerdì 1/7: ore 8.30: per i malati
- Sabato 2: ore 17.00: don Giuseppe e don Piero
- Domenica 3(XIV T.O.): ore 8.00: per la comunità
- ore 9.30 (a S. Damiano): Marco Zavoli
- ore 11.00: Vincenzo e Maria
Avvisi
Cari fratelli, terminato il ciclo di festività legate alla Pasqua, ci immergiamo nella quoti-dianità del tempo ordinario, tornando alla lettura integrale del Vangelo di Luca interrotta all’inizio della quaresima.
Oggi la prima lettura ed il Vangelo ci propongono due chiamate: quella di Eliseo nella prima lettura e la chiamata al Regno nel Vangelo. Al di là delle considerazioni sulla chiamata di Eliseo, meditando il testo evangelico possiamo dire che la vocazione cristiana è un taglio spesso lacerante con abitudini, compromessi e con un passato spesso comodo. Una fede che non costa nulla o che non scende nella profondità del cuore è senz’altro poco genuina.
La vocazione cristiana è perciò rinunzia e distacco. Questa frattura passa all’interno del cuore e comporta distacco dai beni materiali, da affetti troppo ingombranti e da indecisioni e superficialità. Il discepolo, pur vivendo nella trama concreta della società, è senza guanciale, senza padre e senza nostalgia del passato.
La vocazione cristiana è movimento e libertà. Non si può essere grettamente chiusi in se stessi e cristiani; non si può essere stanchi e pigri e contemporaneamente cristiani; non si può coltivare i propri idoli e dirsi cristiani.
Il cristianesimo è abbandono alla volontà di Dio, riponendo in lui ogni speranza ed ogni certezza, fiduciosi che, come dice S. Paolo, tutto concorre al bene di coloro che Dio ha chiamato.