30 GENNAIO 2022

Cari fratelli,

oggi la liturgia pone alla nostra attenzione le esperienze drammatiche di Geremia e di Gesù nella sinagoga del suo paese.

Geremia vive il dramma di una vocazione e di un’esistenza travagliata.

Gesù vive il dramma del rifiuto da parte dei suoi concittadini.

Nonostante il tradimento ed il terrore, Geremia annunzierà per tutta la vita la Parola, pur davanti alla aperta ostilità dei cittadini di Gerusalemme.

Nonostante la reazione ostile degli abitanti di Nazaret, Gesù inizia il suo ministero di speranza e di salvezza in Galilea.

Nonostante il silenzio frequente di Dio anche noi dobbiamo continuare il nostro itinerario scegliendo la via difficile ma fruttuosa della speranza.

Geremia è un profeta, cioè una parola in nome di Dio.

Cristo è presentato da Luca come il profeta per eccellenza, portatore della Parola definitiva di Dio da comunicare a noi.

I ministri della Chiesa sono profeti di Cristo.

“Noi fungiamo da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro” (2Cor 5,20).

I cristiani ricevono nel battesimo lo Spirito profetico così da essere luce nel mondo, città posta sul monte.

La testimonianza profetica è uno specifico, troppo spesso dimenticato o semplificato, della comunità cristiana.

L’amore è un altro specifico della profezia, dell’etica e della comunità cristiana.

Un amore che è come la croce di Cristo: verticale, perché sale al Padre, ma con due braccia orizzontali per accogliere tutti gli uomini.

Recita un’antica preghiera: “Signore Gesù, aiutaci perché ti amiamo di più; aumenta l’amore, infiammalo e purificalo. Tu non sei l’amore crudele, così da essere solo un oggetto, indifferente se qualcuno ti ami o no. Tu sei il perfetto amore che scaccia il timore. Tu sei l’amore che ama chi manifestamente ti ama e lo educhi perché ti ami di più”.

A tutti una buona settimana.

Don Emilio