Cari fratelli,
il Natale è esaltazione della grazia, epifania della bontà di Dio e del suo amore per gli uomini, come scrive Paolo al fedele Tito.
Contro una concezione superficiale della religione, frutto di una prospettiva sociale e culturale generale, il Natale è il giorno del ringraziamento e della lode pura.
È l’esaltazione della contemplazione e dello stupore, davanti a quella culla povera: “tutti quelli che udirono si stupirono”, “Maria serbava tutte queste cose meditandole in cuor suo”; “i pastori glorificavano e lodavano Dio”.
Contro la tentazione sentimentale e consumistica, che rende il Natale una larva spirituale dai toni liquorosi ed evanescenti, si deve opporre una fede solida, una maturità teologica, un appello all’approfondimento delle ragioni della speranza che è in noi (cfr 1Pt 3,15).
Unitamente al Natale celebriamo quest’anno la festa della Sacra Famiglia.
In quest’ottica non dobbiamo dimenticare che ogni famiglia è un segno d’amore in un mondo spesso attanagliato dall’odio: gli sposi sono chiamati ad essere uniti tra di loro a tutti i livelli.
La famiglia, che il mondo contemporaneo predica superata e che vorrebbe distruggere, è al contrario un segno ecclesiale, una chiesa domestica.
Dev’essere perciò sottomessa all’ascolto della Parola: deve porre al suo centro l’Eucarestia; deve essere la prima annunciatrice della fede e dell’impegno umano: deve essere partecipe delle pene dei fratelli infelici.
In questa giornata l’attenzione e la preghiera della comunità devono essere rivolte al dramma della famiglia.
Pensiamo alla tragedia della crisi, della disgregazione morale ed interiore.
Pregheremo oggi per tutte le famiglie del nostro paese, ricordando soprattutto quelle per le quali ricorrono particolari anniversari (chi vuole, può chiedere la menzione della propria famiglia).
A tutti una buona settimana e buon anno.
Don Emilio