Cari fratelli,
celebriamo oggi la solennità del Corpus Domini, giorno in cui la Chiesa ferma il corso normale dell’anno liturgico, per meditare sul mistero d’amore che Cristo ci ha lasciato in sua memoria in quell’ultima sera della sua vita.
Festa nata nella diocesi di Liegi, in seguito alle rivelazioni mistiche della B. Giuliana Cornillon ed estesa a tutta la cristianità nel XIII sec. come conseguenza immediata del miracolo di Bolsena.
I sacramenti, ed in particolare l’Eucarestia, costituiscono la Chiesa, essi soltanto fanno uscire la comunità cristiana dalle dimensioni umane e la costituiscono Chiesa.
La celebrazione odierna è dunque un invito alla riscoperta dell’anima profonda della Chiesa, della sua struttura spirituale che la rende Corpo di Cristo, cioè segno visibile della sua azione e della sua Parola nel mondo.
L’Eucaristia è anche segno vivo dell’alleanza, cioè della comunione tra Dio e l’uomo.
È l’invito alla riscoperta dell’anima profonda del singolo credente in dialogo con il suo Dio attraverso il pane ed il vino della cena del Signore.
Scriveva Claudel: “Interroga la vecchia terra: ti risponderà sempre col pane e col vino, perché attraverso i segni più umani ed universali Dio si comunica all’uomo”.
L’Eucaristia è anche il segno del sacrificio e del sacerdozio di Cristo.
È invito alla riscoperta dell’anima profonda dell’incarnazione.
Gesù ha frantumato tante illusioni e speranze false e ci obbliga a riconoscere la sua vera natura.
Ha spezzato categorie politiche e culturali, modelli messianici e religiosi ed ha offerto come struttura fondamentale l’amore e la donazione fino alla morte.
Attraverso al Pasqua gloriosa ci ha dato anche il senso ultimo di questo amore ed ha provocato l’amore dell’uomo.
Don Emilio