Cari fratelli,
il primo messaggio che ci giunge dalla liturgia pasquale è tutto terreno: la terra, con l’itinerario storico di Gesù mirabilmente sintetizzato nell’epigrafe tracciata da Pietro nella sua catechesi a Cornelio: “Gesù dovunque passasse faceva del bene”.
La Pasqua è l’esaltazione di una salvezza che passa attraverso la resurrezione, cioè attraverso il recupero dell’essere intero in un nuovo ordine di rapporti.
Essere in sintonia con la Pasqua di Cristo comporta la nostra unione con il suo amore terreno, nella trasformazione dell’intera realtà esistente.
Il secondo messaggio è tutto verticale, il cielo, il lassù della lettera ai Colossesi.
La vocazione umana ha una meta trascendente; attraverso la Pasqua il cristiano è veramente figlio di Dio ed è collocato nella sfera del divino, partecipe della stessa natura di Dio.
Il Dio totalmente altro nella Pasqua attira a sé l’umanità fedele e da quel momento per l’uomo si dischiude un orizzonte infinito; come dicono i santi padri orientali: “entra in te e troverai là Dio, gli Angeli ed il Regno”.
Ma la Pasqua è anche il sepolcro, vinto da Cristo.
La tomba nel linguaggio biblico è simbolo della morte.
Il destino dell’uomo è ormai strappato alla morte; il sepolcro è vinto; la vita trionfa; la speranza diventa la guida per il credente.
Totalmente conquistato da Dio attraverso la resurrezione di Cristo, fratello dell’intera umanità, il fedele sente in sé quanto il grande Agostino afferma: “tu ci hai fatti per Te ed il nostro cuore è inquieto finché non riposa in Te. È per Te solo che io vivo, parlo e canto”.
Con martedì prossimo la messa feriale passa al mattino alle ore 8.30.
Buona Pasqua a tutti.
Don Emilio