Cari fratelli,
iniziamo con oggi la Grande Settimana, durante la quale rivivremo e riattualizzeremo i momenti cruciali della nostra redenzione: l’istituzione dell’Eucarestia, il giovedì in quell’ultima cena; la passione e la morte del Salvatore il venerdì ed infine la Resurrezione nella gloria in quel mattino dell’ottavo giorno.
Rivivere questi misteri significa scendere al cuore della nostra fede nel Risorto, che nella sua morte ha vinto la nostra morte e ci ha resi liberi.
Il Dio della croce è il Dio svuotato, solidale con l’uomo sino alla frontiera estrema della morte.
Da questa vicinanza completa e totale nasce una diversa concezione di Dio: non è più un Dio isolato nella sua splendida sfera trascendente, come era il Dio dell’Antico Testamento, ma si fa solidale e fratello.
Da questa concezione di Dio nasce anche una diversa concezione dell’uomo: la carne e la storia dell’uomo hanno ora un senso, contengono un seme di divinità e di eternità che sta crescendo e fiorendo.
Il mondo e l’uomo sono ora santi perché consacrati dal passaggio di Dio.
È nata la storia della salvezza.
Da questa vicinanza estrema nasce anche una diversa concezione del destino: alla visione del Dio giudice si sostituisce quella del Dio che ama e che si dona per riscattare dal male e dal peccato il fratello più debole.
Per testificare questa presenza in mezzo a noi, ci ha lasciato il sacramento del pane e del vino, cibo spirituale in segno di eterna alleanza.
La settimana santa è anche la settimana dedicata al sacramento del perdono.
Nell’impossibilità di avere confessori straordinari, siete pregati di provvedere per tempo.
Io resto a disposizione per chiunque lo desideri, specialmente nelle giornate di giovedì, venerdì e sabato, mattino e pomeriggio.
Se non mi trovate in chiesa, chiamatemi in casa.
A tutti buona Settimana Santa:
don Emilio