Cari fratelli,
l’evento fondamentale per la nostra salvezza avviene con il dono battesimale della grazia.
La Quaresima è lo spazio ideale per un ripensamento ed una rielaborazione del nostro battesimo: dal sepolcro di pietra risorge il Cristo glorioso; dal sepolcro d’acqua rinasce l’uomo nuovo.
Ma l’efficace rinascita, operata dal sacramento, non è magica, né cade su terreno neutro.
Destinatario è l’uomo libero chiamato ad intrecciare un dialogo con il suo Dio.
Al dono battesimale di Dio l’uomo deve rispondere con la parola viva della sua conversione.
“Convertitevi e credete al Vangelo” esclama Gesù.
La conversione ci permette di liberare la nostra tensione verso Dio; è l’esplosione gioiosa del nostro desiderio di Dio, comune ad ogni uomo; è nostalgia dell’abbandono in lui e trasformazione della vita e del cuore.
Ma questa conversione a Dio, per essere autentica, esige anche la conversione al prossimo.
Conversione significa dunque un radicale mutamento di se stessi per acquistare la dimensione della vita di Cristo.
Alla conversione ed alla salvezza si oppone però la tentazione che è simile ad una galleria oscura.
Israele nel deserto non riesce ad uscire da questa galleria e muore senza raggiungere la terra.
Cristo, nuovo Israele, ne esce invece come Messia salvatore.
La tentazione è il segno della nostra umanità, vissuta anche da Gesù; è il campo costante in cui siamo collocati e dal quale può nascere la nostra adesione limpida e totale a Dio, ma dal quale può emergere anche la miseria del nostro rifiuto.
Ricordo l’appuntamento del venerdì alle 20.30 con la Via Crucis.
Don Emilio