Cari fratelli,
anche questa domenica la nostra meditazione si sofferma sul grande problema della sofferenza.
Il dolore è quel campo drammatico in cui si rischia la fede o si compie l’apostasia.
È la grande occasione dell’esistenza e bisogna viverla con estremo impegno come una prova decisiva.
Sia la teologia che la filosofia si trovano sprovvedute e senza parole dinnanzi a questo insieme complesso del male e della sofferenza umana causato dalla natura, dalle persone o dalle strutture.
C’è troppo dolore innocente e assurdo da poter essere razionalizzato eticamente.
La storia è testimone dell’impotenza dell’uomo a realizzare una società umana libera dal dolore.
Cristo è però sistematicamente presente in questa zona di frontiera dell’esistenza umana.
La sua presenza è lotta contro il male ed il limite, naturale o imposto dagli uomini.
Non conosce esitazioni od egoismi, come ben ci insegna la parabola del buon samaritano.
Là dove c’è dolore, là si devono rendere presenti anche i cristiani.
Là dove c’è il male o l’imperfezione, là il cristiano deve agire.
Stiamo per iniziare la Quaresima: questo periodo di purificazione e di approfondimento della fede non deve essere sprecato.
Ogni anno la Chiesa ci invita a prepararci convenientemente e con consapevolezza alla celebrazione del mistero pasquale, centro e sostegno del nostro credere.
Nella preghiera, nelle opere di carità e nel digiuno si attua quell’invito a penitenza di cui parlano spesso i Padri della Chiesa.
Mercoledì vi invito al doppio appuntamento dell’imposizione delle ceneri ed il venerdì al pio esercizio della Via Crucis.
Ricordo che tutti i venerdì di quaresima sono giorni di astinenza dalle carni, mentre il mercoledì delle Ceneri ed il venerdì Santo sono anche giorni di digiuno.
Don Emilio