Cari fratelli,
il deserto in cui sono posti Israele ed il Battista è un simbolo suggestivo dell’essenzialità: in quell’ambiente ostile si pensa solo all’acqua, al cibo ed alla pista da seguire, cioè agli elementi fondamentali dell’esistere; si eliminano le sovrastrutture e le banalità.
L’ Avvento è un invito al recupero della sostanza della fede.
La via per ritrovare questo deserto la dà il Battista: ascolto della Parola, conversione e rigore morale.
Senza l’impegno esistenziali si è solamente canne piegate al primo soffio di vento; non siamo case edificate sulla roccia.
La meta da raggiungere non è un uomo, pur grande, come il Battista ma Gesù, il Figlio di Dio.
L’ Avvento deve quindi essere una scoperta della purezza della fede.
Non in un Dio un po’ deforme, adattato alle nostre esigenze, ma nel Dio del Vangelo.
Accogliamo perciò questo invito ad approfondire la conoscenza della fede, per rendere ragione della speranza che è in noi.
Il filosofo tedesco E. Lessing scriveva: “Dammi Signore l’ansia e la ricerca della verità, finché la potrò contemplare in pienezza con Te”.
In questa settimana ci è offerta anche la contemplazione del mistero della Immacolata Concezione di Maria.
La figura di Maria totalmente consacrata a Dio ed all’amore in ogni istante del suo tempo, in ogni particella del suo essere, in ogni dinamismo della sua volontà è un appello ad un esame di coscienza della nostra storia.
Alla luce di questo modello di serva del Signore ogni fedele dovrebbe riandare a tutti gli attimi della propria vita per identificare le zone oscure, i peccati e gli ostacoli frapposti al progetto ideale di Dio.
Maria nella totalità e nella disponibilità della sua offerta ci offre un itinerario di fede, di speranza, di amore e di dedizione.
Don Emilio