Cari fratelli,
il miracolo della moltiplicazione dei pani, di cui ci parla il vangelo di oggi, è descritto tenendo presente la sequenza degli atti della cena pasquale: alzare gli occhi al cielo, pronunziare la benedizione, spezzare e dare i pani.
Con ciò si richiama, quasi anticipandola, la cena eucaristica.
Dobbiamo impedire che i segni del Cristo diventino gesti di amore sciupato.
Il suo corpo in cibo è il segno altissimo della sua comunione con noi.
Dobbiamo impedire che diventi un atto accolto frettolosamente.
Dobbiamo scoprire l’adesione gioiosa del cuore e della coscienza.
Scriveva il cardinale Martini: “L’Eucarestia è un prodigio che fiorisce da quel prodigio di inesauribile amore che è il Mistero pasquale. Dio, nell’Eucarestia di Gesù, prende sul serio la propria volontà di alleanza, cioè la decisione di stare realmente tra gli uomini, di accoglierli come figli, di attrarli nell’intimità della sua vita”.
Le nostre assemblee eucaristiche devono riscoprire questa dimensione di alleanza e di intimità.
Il dono di Dio è veramente gratuito (I lettura).
Stretti nella morsa delle nostre incombenze, abbiamo perso il gusto della donazione, della bellezza del dare da parte di Dio e della gioia e della felicità del ricevere.
Don Emilio