Cari fratelli,
oggi ricorre la solennità del Corpus Domini.
L’Eucaristia è memoriale del passato, un invito a risalire alle sorgenti, alla Pasqua dell’Esodo ed alla Pasqua di Cristo.
L’inizio della salvezza è sempre in un atto di Dio che per primo ci ama.
Conoscere ed amare il passato salvifico espresso dalla Bibbia è professare la fede nell’incarnazione e riconoscere, di conseguenza, l’ingresso di Dio nella storia dell’uomo.
L’Eucarestia è sacramento del presente, anzi è la presenza per eccellenza del Dio con noi.
“Il pane che spezziamo è comunione col corpo di Cristo”.
L’esperienza domenicale dovrebbe sempre più affinarsi e diventare un incontro perfetto con l’infinito, un incontro che toglie dal cuore ogni fermento di morte.
Dice la Presbyterorum ordinis: “Tutti i sacramenti come pure tutti i ministeri ecclesiastici e le opere di apostolato sono strettamente uniti alla Sacra Eucarestia e ad essa sono ordinati.
Infatti nell’Eucarestia è racchiuso tutto il bene spirituale della Chiesa, cioè lo stesso Cristo, nostra Pasqua e pane vivo, che, mediante la sua carne vivificata dallo Spirito Santo e vivificante, dà la vita agli uomini, i quali sono in tal modo invitati e indotti ad offrire insieme a Lui se stessi, il proprio lavoro e tutte le cose create.
L’Eucarestia è l’annunzio della pienezza futura.
“Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna ed io lo resusciterò nell’ultimo giorno”.
L’Eucarestia è anticipazione della Pasqua eterna in cui la comunione con Dio, che è la vita, sarà totale, ed allora “Egli tergerà ogni lacrima dai loro occhi e non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno perché le cose di prima sono passate” (Ap 21,4).
Per questo ogni celebrazione eucaristica è per eccellenza ad un tempo pasquale ed escatologica.
Don Emilio