Cari fratelli,
il battesimo di Gesù è la grande rivelazione della presenza salvifica di Dio nella storia.
Diventa, quindi, un impegno per la Chiesa perché continui questa rivelazione soprattutto quando il mondo sente la stanchezza e la disillusione.
Di fronte all’ansia e lo smarrimento di tanti nostri fratelli dovremmo far balenare in modo puro e luminoso l’annuncio e la figura di Gesù.
Infatti il battesimo del cristiano è l’annuncio efficace della salvezza a noi offerta.
L’iniziativa di Dio è primaria, ma ad essa deve rispondere l’adesione nella fede, implicita nel bambino, resa esplicita attraverso l’impegno della famiglia e della comunità che lo educherà nella fede.
Lutero difendeva così il battesimo dei bambini: “Senza la fede il battesimo manca di oggetto. Ma prima della nostra fede esiste il battesimo; esiste l’azione di Dio che ci salva in Cristo. Noi sentiamo l’acqua, ma non percepiamo lo Spirito, che trasfonde il sangue di Cristo nel nostro cuore. Il bimbo non collabora all’azione battesimale. Eppure, senza alcun merito da parte sua, riceve la Grazia”.
L’annuncio battesimale della salvezza suppone, dunque, la risposta dell’amore.
Il cristiano, come Cristo, deve essere mosso dallo Spirito, per sanare tutti coloro che sono sotto il potere del male.
Nel mondo sembra a prima vista svilupparsi un mostruoso programma di morte, cui si dichiarano pronti troppi uomini.
“Mentre a livello conscio l’uomo continua ad aggrapparsi alla speranza di un futuro migliore, rimuove l’evidenza del fatto che è divenuto adoratore della dea della distruzione” (E. Fromm).
Come il Servo sofferente di Isaia, il credente deve essere autore di un programma di vita, di giustizia, di liberazione, partendo proprio da quegli ultimi che, come canna incrinata o stoppino che sta spegnendosi, sono stritolati dagli ingranaggi di una storia spesso assurda e crudele.
Don Emilio