Cari fratelli,
la prima e la terza lettura di oggi ci pongono davanti ad un atteggiamento verso il Signore comune a tutti noi: ci ricordiamo di lui solamente nel bisogno
Di dieci lebbrosi guariti, uno solo torna a ringraziare Gesù della guarigione, per di più un samaritano, un eretico.
Di tutti i lebbrosi al tempo di Eliseo, solamente Naam il siro viene guarito.
Ma la misericordia di Dio non conosce barriere o separazioni ed è più forte di ogni nostro calcolo od esitazione.
Tutti i confini della terra hanno veduto la salvezza del nostro Dio, proclama il salmo responsoriale.
Gli ultimi, i rifiutati negli schemi dei potenti prendono il primo posto nel Regno.
Sono i lebbrosi, fisici e spirituali, che si aprono più generosamente a Dio come una zolla arida alla pioggia fecondatrice.
Luca poi distingue il guarire dal salvare.
Egli sottolinea come ci deve essere un impegno spirituale, evangelico ed interiore per far brillare la luce della fede e dell’amore.
Ci deve essere un recupero del cuore accanto a quello del corpo.
Tutte le lebbre dell’uomo devono essere sanate.
Si attua così quella conformazione a Cristo Risorto proclamata da Paolo nella seconda lettura, lui incatenato per la sua fedeltà alla Parola di Dio.
Don Emilio