11 AGOSTO 2019

Cari fratelli,

l’appello a star pronti, a non perdere la grande notte della liberazione, a non illudersi perché il padrone tarda a venire ci introduce in uno dei temi fondamentali dell’esperienza cristiana.

Essa è tensione, movimento, attesa, vigilanza.

Contro un cristianesimo vissuto in modo sonnacchioso e incolore, contro il facile compromesso del realismo del buon senso si leva l’appello di Gesù ad una fede viva, cordiale, tesa, sensibile e palpitante.

Ogni conoscenza è figlia di un amore.

Diceva Agostino: “Amo, quindi esisto. Tu ci hai fatti per te ed il nostro cuore è inquieto, finché non riposa in te. È per te solo che io vivo, parlo e canto”.

Dio ha depositato nel cuore umano il desiderio di lui, per cui ecco le lucide parole di S. Gregorio Magno per definire Dio: “Tu che il mio cuore ama”.

In settimana ricorre anche la solennità dell’Assunzione della Vergine Maria.

L’Assunzione è il segno della traiettoria della vita.

Quel gran respiro di attesa, che Paolo ha mirabilmente dipinto in Rom. 8, inizia ad attuarsi, divenendo certezza.

L’essere intero sta per ricomporsi nell’armonia del progetto divino, un progetto di vita e di pace.

L’Assunzione è la festa pasquale della creatura che ripete in sé, attraverso il prototipo di Maria, la Pasqua di Cristo che ha inaugurato la nuova storia vincendo la morte ed il male.

Il trionfo della Vita sulla Morte si attua attraverso l’umiliazione del Figlio che si fa uomo, anzi si fa schiavo, l’ultimo degli uomini.

Attraverso l’umanità povera si costruisce il Regno di Dio, come canta il Magnificat.

La povertà di cuore e di vita, vissuta da Cristo e da sua Madre, è la vera forza dirompente, che origina e da inizio alla nuova era dei redenti e dei salvati.

Buon Ferragosto a tutti.

Don Emilio