Le letture di questa domenica ci presentano una Chiesa in cammino.
L’itinerario storico della Chiesa ha un suo progresso, non sempre lineare, come lo stesso concilio di Gerusalemme attesta.
Importanti sono alcune virtù come la dinamicità, che impedisce alla Chiesa di essere nostalgica; la fedeltà, che impedisce alla Chiesa di essere sbandata; la pazienza, che impedisce alla Chiesa di essere frenetica; la profezia, che fa comprendere alla Chiesa i segni dei tempi; la tolleranza ed il dialogo, che impediscono alla Chiesa l’integralismo; la speranza, che fa superare alla Chiesa esitazioni ed incertezze.
Ma su tutte deve dominare la fede nello Spirito, guida ultima e viva della Chiesa.
L’itinerario storico della Chiesa, ancorato alla sorgente, che è Cristo, ha una sua meta ed una sua traiettoria: la Gerusalemme celeste, la piena cittadinanza con Dio cantata nella seconda lettura di oggi.
Là crolleranno tutte le mediazioni, persino quelle sacre del tempio e della fede, perché Dio inabiterà pienamente nell’uomo, che lo contemplerà faccia a faccia così come egli è.
Bisogna quindi non fossilizzarsi nei gesti e negli atti sacri ma educarsi a considerarli segni di una realtà o di un destino superiore.
E camminare nella storia tenendo fisso lo sguardo nella gioia.
Bonhoeffer, appena prima di salire sul patibolo, scrive: “fratelli, finché non giunge, dopo la lunga notte, il nostro giorno, resistiamo”.
Don Emilio