3 GIUGNO 2018

Carissimi Parrocchiani,

prima di vedere i passaggi più significativi dell’amicizia che si instaura tra Davide e Gionata, mi sembra giusto richiamare l’attenzione sul suo carattere di singolarità e di straordinarietà.

Ci troviamo di fronte a due giovani entrambi candidati a diventare re – l’uno per successione legale, l’altro in forza della elezione divina – che gareggiano nello stimarsi a vicenda.

Questa amicizia appare così straordinaria che a qualche commentatore è sembrata “troppo bella per essere vera”. Questa impressione spiega, a giudizio di Donatella Scaiola, il fatto che “nella letteratura dedicata all’amicizia tra Davide e Gionata si trovino interpretazioni […] risibili e preoccupanti” (DONATELLA SCAIOLA, “L’amicizia tra Davide e Gionata: un quadro realistico”, in Parole di vita, luglio-agosto 2016, p. 17) che mettono in dubbio l’autenticità di questo legame e avanzano il sospetto che sia dettato da qualche interesse ambiguo.

In realtà, alla radice di queste letture svalutative, sembra di poter ravvisare – come non manca di rimarcare la stessa Scaiola – un pregiudizio in forza del quale si è già deciso in partenza che è per noi impossibile vivere un’amicizia con sentimenti così nobili. Scrive:

Francamente troviamo queste letture preoccupanti perché sembra che l’amore disinteressato non sia possibile, che nelle relazioni si annidi sempre la ricerca di un tornaconto personale […]. Se noi facciamo fatica a esprimere sentimenti nobili, disinteressati, gratuiti, non per questo dobbiamo escludere a priori che questa sia possibile per altri. Analoghi dubbi si trovano nella letteratura dedicata alla storia di Rut e Noemi, sempre perché una dedizione incondizionata come quella espressa da Rut nei confronti della suocera (!) appare sospetta. Noi riteniamo, invece, che l’amicizia tra Davide e Gionata, come quella tra Rut e Noemi, possa prefigurare alcune pagine evangeliche in cui si descrive un amore incondizionato, quello che Gesù esprime durante tutta la sua vita e che chiede ai discepoli di incarnare a loro volta (Ibidem, p. 17)

Da parte nostra, prendiamo le distanze da queste letture negative e guardiamo alla bellezza e al dono di questa amicizia che, peraltro, viene a collocarsi per Davide proprio all’inizio del suo cammino di ascesa verso il trono.

Questo sarà per lui un fatto davvero provvidenziale: la strada che ha davanti lo porterà molto in alto, ma sarà anche irta di difficoltà e l’avere accanto a sé in questi frangenti un amico affidabile su cui poter contare è davvero un grande dono. Sarà per lui “presenza di aiuto e di conforto, compagno fidato capace di alleviare il peso schiacciante di ogni solitudine (B. COSTACURTA, Con la cetra e con la fionda, op. cit., p. 139).

            Don Luigi Pedrini