27 maggio 2018

Carissimi Parrocchiani,

consideriamo ora più da vicino l’evolversi dell’amicizia tra Davide e Gionata. Il testo biblico riferisce che il momento sorgivo di questa amicizia si colloca nel contesto della vittoria che Davide riporta su Golia.

57Quando Davide tornò dall’uccisione del Filisteo, Abner lo prese e lo condusse davanti a Saul mentre aveva ancora in mano la testa del Filisteo. 58Saul gli chiese: “Di chi sei figlio, giovane?”. Rispose Davide: “Di Iesse il Betlemmita, tuo servo “. 1 Quando Davide ebbe finito di parlare con Saul, la vita (‘nepes’) di Giònata s’era legata alla vita (‘nepes’) di Davide, e Giònata lo amò come se stesso (‘nepes’). 2Saul in quel giorno lo prese con sé e non lo lasciò tornare a casa di suo padre. 3Giònata strinse con Davide un patto, perché lo amava come se stesso (‘nepes’). 4Giònata si tolse il mantello che indossava e lo diede a Davide e vi aggiunse i suoi abiti, la sua spada, il suo arco e la cintura (1 Sam 17,57-18,4).

Possiamo notare nel testo la ricorrenza del termine ‘nepes’. Compare per tre volte nel v. 1 dove si dice che “la nepes di Gionata si era legata alla nepes di Davide e che lo amò Giona come la sua nepes”. Ricompare poi nel v. 3.

Il termine può indicare l’anima, la vita e anche la stessa persona. In questo modo il testo vuole dire che tra le anime dei due giovani viene a crearsi un legame straordinario che ha la caratteristica di un amore totale, senza riserve, senza ripensamenti: l’altra persona è amata come la propria vita.

C’è da notare che l’amicizia viene suggellata mediante un patto accompagnato da una singolare donazione che Gionata fa a Davide: le armi e le proprie vesti (vv. 3-4). Il significato simbolico di questa donazione è evidente: Gionata in questo modo offre all’amico la propria dignità regale con tutto ciò che ne consegue.

Il gesto assume anche un carattere profetico: Gionata riconosce in Davide il futuro re d’Israele, colui che è destinato a succedere al trono del padre Saul.

Il Card. Martini nel suo commento invita a non passare sbrigativamente sul fatto che questa amicizia venga suggellata con un patto: non è un particolare da trascurare. Infatti, il patto “rende le persone sensibili l’una per l’altra, capaci di sacrificarsi l’una per l’altra e di prevenire i desideri dell’ altra. È una realtà buona anche agli occhi di Dio e per questo è raccontata con parole commoventi, belle” (Martini, p. 130).

Il comportamento di Gionata evidenzia ancora una volta la nobiltà del suo animo: è un giovane generoso, dimentico di sé, alieno da qualsiasi sentimento di rivalità e gelosia. Con lealtà e disinteresse si affianca a Davide e lo accompagnerà come amico fedele in ogni passo del suo cammino di ascesa al trono. La progressiva crescita di autorità di Davide non sarà percepita da lui come una minaccia per la sua persona, ma al contrario come un motivo di gioia. E questo è il distintivo della vera amicizia perché l’amico vero – come afferma Gesù – gioisce del bene dell’altro (cfr. Gv 3,29-30).

Don Luigi Pedrini

Immagine del 27 maggio 2018