22 APRILE 2018

Carissimi Parrocchiani,

concludendo questo resoconto storico sugli avvenimenti che vanno dal momento in cui Davide viene chiamato a corte fino al momento in cui inizia a regnare al posto di Saul, invito a ritornare per un attimo sui due protagonisti principali di questa vicenda: Saul e Davide. Vorremmo guardarli nell’orizzonte ampio della fede che consente di leggere l’azione dello Spirito che opera nel cuore degli uomini per dipingere in ciascuno l’immagine del suo Figlio Gesù.

Al riguardo ci aiutano queste considerazioni di Rossi de Gasperis quando scrive che ambedue i protagonisti del Primo libro di Samuele, Saul e Davide, ci sono necessari, in modo differente, per assimilare una lezione delicatissima: la complessità del destino dell’uomo del Signore attraverso le vicende della storia; la maggiore o minore possibilità di una purezza di comportamento entro l’economia d’incarnazione del DaBaR di YHWH (Parola di Jahwè) nella carne e nella psiche degli uomini eletti a essere soggetti della storia di Dio nella storia degli uomini (Sentieri di vita, p. 207).

Dunque, le vicende di Saul e di Davide insegnano che tutti noi siamo chiamati a inserirci nella storia che Dio sta portando avanti in modo assolutamente originale e a dare la nostra collaborazione: la offriamo talvolta con un cuore integro e puro, altre volte con un cuore che si lascia catturare da fini secondare e terreni che ci allontanano dalle intenzioni di Dio.

Tuttavia, guardando la storia di Saul e di Davide, la cosa che sorprende è che anche attraverso queste vicende segnate da ombre e da ambiguità Dio ha portato avanti la storia di salvezza che aveva iniziata con Abramo. Davvero, come dice san Paolo nella Lettera ai Romani, tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio, per coloro che sono stati chiamati secondo il suo disegno (Rm 8,29).

Per questa ragione la storia di questi personaggi, per quanto lontana da noi nel tempo, conserva la capacità di illuminare la nostra vita. È conveniente allora – come ci esorta Rossi de Gasperis – lasciare che la storia dei due destini di Saul e Davide, con tutti i suoi dettagli, accenda e spenga i noi – come avviene nei nostri presepi nel tempo natalizio – piccole e grandi luci, e criteri di sapienza spirituale o carnale, che a distanza si rivelino confermati o invalidati dalla luce del sole, che è Gesù, il Cristo, l’ultimo Messia-Re d’Israele.

E per incoraggiarci a credere nella fecondità di questo dialogo a distanza aggiunge anche questa considerazione: Questa storia ci deve avvincere profondamente per preservarci da un ingolfamento esagerato nelle notizie quotidiane nei servizi televisivi, negli aggiornamenti su internet; e per liberarci da quelle divoranti passioni politiche e sociali (o addirittura sportive), che nei nostri abbagli pseudo-apostolici scambiamo e giustifichiamo come notizie su cui dovremmo mantenerci costantemente aggiornati in vista del nostro impegno per il regno di Dio.

In sostanza, padre Rossi de Gasperis ci ricorda che il rischio a cui siamo esposti è quello di pensare che per servire al meglio il Regno di Dio dobbiamo essere perfettamente aggiornati e quindi rincorrere a tutti i costi le ultime notizie. Per questa strada si dimentica che il miglior aggiornamento è invece quella sapienza di vita che va al di là delle notizie contingenti e che risplende nella vicenda di tanti personaggi di cui ci parla la Scrittura: in loro in modo parziale; in Gesù, il Figlio di Dio che per amore nostro si è rivestito della nostra umanità, in modo perfetto. È soprattutto in lui la sorgente della vera sapienza alla quale dobbiamo attingere.

Don Luigi Pedrini