Carissimi Parrocchiani,
nell’episodio che stiamo considerando – la sfida di Davide con Golia – siamo giunti alla quarta scena: ora Davide viene condotto da Saul. La scena riferisce il dialogo che avviene tra loro, tra il re di fatto e il re in pectore: da una parte c’è il superiore, dall’altra il suddito; il ‘grande’ Saul che supera tutti dalla spalla in su e il ‘piccolo’ esperto nella cura del gregge.
In realtà, se sappiamo vedere al di là dell’apparenza, scopriamo che le cose stanno in modo ben diverso perché Saul che dovrebbe infondere coraggio a tutti ha paura, mentre Davide non si lascia intimorire; il superiore si ritrae di fronte alla sfida lanciata da Golia, mentre l’inferiore è disposto ad accogliere la sfida: Davide disse a Saul: “Nessuno si perda d’animo a causa di costui. Il tuo servo andrà a combattere con questo Filisteo” (v. 32). Dunque, le posizioni sono esattamente invertite.
Alla disponibilità offerta da Davide Saul oppone un immediato rifiuto: “Tu non puoi andare contro questo Filisteo a combattere con lui: tu sei un ragazzo e costui è uomo d’armi fin dalla sua adolescenza” (v. 33). La risposta di Davide è, però, altrettanto decisa: “Il tuo servo pascolava il gregge di suo padre e veniva talvolta un leone o un orso a portar via una pecora dal gregge. Allora lo inseguivo, lo abbattevo e strappavo la pecora dalla sua bocca. Se si rivoltava contro di me, l’afferravo per le mascelle, l’abbattevo e lo uccidevo. Il tuo servo ha abbattuto il leone e l’orso. Codesto Filisteo non circonciso farà la stessa fine di quelli, perché ha sfidato le schiere del Dio vivente” (vv. 34-36).
Nella risposta di Davide sono degne di nota le parole finali nelle quali fa espressamente menzione di Dio: questo perché, a suo giudizio, il vero destinatario della sfida di Golia, ultimamente, è proprio Dio. Golia con le sue parole arroganti sta irridendo non solo gli Israeliti, ma anche quel Dio nel quale essi ripongono la loro fiducia.
Questa offesa verso Dio è la ragione per cui Davide sente di non poter lasciare cadere nel vuoto la sfida. E se è a motivo del nome disonorato di Dio che egli dà la sua disponibilità, è pure nel nome di Dio che si prepara a scontrarsi con Golia. Sarà Dio infatti a liberarlo e a concedergli la vittoria così come lo ha liberato in passato allorché si trovato in situazione non meno pericolose: “Il Signore che mi ha liberato dalle unghie del leone e dalle unghie dell’orso, mi libererà anche dalle mani di questo Filisteo” (v. 37). La sua fiducia in Dio è totale e per questo si dichiara pronto al duello.
Da questo punto di vista è estremamente significativo l’episodio dell’armatura: Saul rispose a Davide: “Ebbene va’ e il Signore sia con te”. Saul rivestì Davide della sua armatura, gli mise in capo un elmo di bronzo e lo rivestì della corazza. Poi Davide cinse la spada di lui sopra l’armatura e cercò invano di camminare, perché non aveva mai provato. Allora Davide disse a Saul: “Non posso camminare con tutto questo, perché non sono abituato”. E Davide se ne liberò (vv. 37-39). Dunque, Saul si spoglia della sua armatura e la fa indossare a Davide perché sia adeguatamente equipaggiato per affrontare Golia. Ma il suo gesto assume un alto valore simbolico se si considera che l’armatura rappresenta il re stesso. Ma di questo parleremo la prossima volta.
don Luigi Pedrini