Carissimi Parrocchiani,
cominciamo a considerare la prima scena nel racconto dello scontro tra Davide e Golia. Il testo riferisce anzitutto la grave situazione in cui si trova Israele.
1I Filistei radunarono di nuovo le loro truppe per la guerra, si radunarono a Soco di Giuda e si accamparono tra Soco e Azekà, a Efes-Dammìm. 2Anche Saul e gli Israeliti si radunarono e si accamparono nella valle del Terebinto e si schierarono a battaglia contro i Filistei. 3I Filistei stavano sul monte da una parte, e Israele sul monte dall’altra parte, e in mezzo c’era la valle (1 Sam 16,1-3).
Dunque, i Filistei hanno radunato tutto il loro esercito, si sono appostati nella valle del Terebinto e sono pronti a sfidare gli Israeliti. Il quadro fa impressione: i due eserciti si fronteggiano, ognuno su un’altura, pronti a darsi battaglia.
Ma proprio in questa situazione in cui la battaglia potrebbe scoppiare da un momento all’altro, si fa avanti un rappresentante dei Filistei che propone di evitare lo scontro sostituendolo con un duello individuale. Il testo precisa di questo filisteo l’identità e ne descrive la fisionomia.
4Dall’accampamento dei Filistei uscì uno sfidante, chiamato Golia, di Gat; era alto sei cubiti e un palmo. 5Aveva in testa un elmo di bronzo ed era rivestito di una corazza a piastre, il cui peso era di cinquemila sicli di bronzo. 6Portava alle gambe schinieri di bronzo e un giavellotto di bronzo tra le spalle. 7L’asta della sua lancia era come un cilindro di tessitori e la punta dell’asta pesava seicento sicli di ferro; davanti a lui avanzava il suo scudiero.
La proposta che fa agli Israeliti è precisa ed esigente: un loro rappresentante dovrà combattere con lui: chi vincerà otterrà la vittoria per il suo popolo; chi perderà determinerà la sconfitta del suo popolo che diventerà schiavo dei vincitori. La posta in gioco nella sua richiesta è molto alta: un uomo solo deciderà la sorte di tutto il suo popolo. La proposta, inoltre, è fatta con una buona dose di supponenza: questo filisteo si sente molto sicuro di sé, è convinto di avere già la vittoria nelle sue mani e per questo lancia una sfida di questa entità.
Chiaramente l’offerta di Golia mette Israele su una strada senza via d’uscita: l’accettazione del duello lo espone con tutta probabilità a una sconfitta e alla prospettiva di diventare schiavo dei Filistei; il rifiuto contribuirà a creare un senso di inferiorità e di panico che di per sé è già una sconfitta in partenza. Nulla come la paura contribuisce a diventare facile preda dei nemici. Ed è proprio quest’ultima la situazione in cui sprofondano gli Israeliti: nel versetto 11 si dice, infatti, che Saul e tutto Israele udirono le parole del Filisteo; rimasero sconvolti ed ebbero grande paura.
Ma a questo punto il racconto presenta un cambiamento di scena improvvisa e inattesa: dal campo di battaglia si passa alla presentazione di Davide.
Don Luigi Pedrini