Carissimi Parrocchiani,
prima di proseguire nel racconto della vicenda di Davide, ritorniamo a guardare alla sua elezione per fare qualche considerazione che possa illuminare anche il nostro cammino di fede.
L’episodio mette in luce un elemento che è fondamentale in ogni itinerario spirituale ed è l’iniziativa di Dio: Davide con sorpresa scopre che proprio lui, il più piccolo, il meno adatto è scelto da Dio, amato da Lui e ritenuto idoneo per una missione che mai avrebbe immaginato.
Ritroviamo così nella vicenda di Davide un elemento che abbiamo trovato nei sentieri biblici che abbiamo già percorso. Nella vicenda di Abramo l’iniziativa di Dio si configura come chiamata ad uscire dalla propria terra unitamente alla promessa di un popolo benedetto che nascerà da lui; nella vicenda di Giacobbe come offerta di benedizione perché impari a non fondarsi sulle proprie risorse ma sulla fedeltà di Dio; nella vicenda di Giuseppe come offerta di un disegno di salvezza che va a beneficio di tutta la sua famiglia; nella vita di Mosè come chiamata a liberare il suo popolo che è schiavo in Egitto. Alla luce di questi accenni ci rendiamo conto che i modi, i tempi, i contenuti dell’iniziativa di Dio variano da persona a persona e, tuttavia, ha sempre la caratteristica della gratuità e della libertà: è Dio che gratuitamente e liberamente sceglie chi vuole perché stia con Lui e per affidargli una missione.
Davide giovinetto accoglie dunque l’iniziativa di Dio e da questo momento diventa la luce interiore che rischiara tutti i passi del suo cammino di fede. Si può dire che questa accoglienza costituisce quello che sant’Ignazio di Loyola chiama Principio e Fondamento riferendosi a quella ‘roccia’ sulla quale si costruisce interamente la vita di un uomo credente.
A conferma di questo possiamo richiamare due testi della Scrittura: il primo testo, composto dallo stesso Davide, è il salmo 18. Nella versione riportata nel secondo libro di Samuele (cfr. 22,2ss.) questo salmo inizia così: “Il Signore è la mia roccia, la mia fortezza e il mio liberatore è il mio Dio”. Sono parole con le quali Davide riconosce chiaramente l’azione di grazia di Dio nei suoi confronti. Questa consapevolezza di essere amato da Dio costituisce il principio e il fondamento della sua vita.
L’altro testo si trova pure nel secondo libro di Samuele. A differenza del primo qui non è Davide che parla di sé, ma è Dio che tramite il profeta Natan ricorda a Davide che tutta la sua vita è stata segnata dalla benevolenza che gli ha usato. Una benevolenza che come ha segnato il suo passato sarà decisiva anche per il suo destino futuro: Ora dunque dirai al mio servo Davide: Così dice il Signore degli eserciti: “Io ti ho preso dal pascolo, mentre seguivi il gregge, perché tu fossi capo del mio popolo Israele. 9Sono stato con te dovunque sei andato, ho distrutto tutti i tuoi nemici davanti a te e renderò il tuo nome grande come quello dei grandi che sono sulla terra.
Tutto questo e illuminante anche per la nostra vita. Ciascuno di noi può ripensare all’iniziativa di grazia di Dio nei suoi confronti per la quale può dire: “Dio mi ha scelto e mi ha amato. Se sono quello che sono lo devo alla benevolenza di Dio. Se non mi avesse chiamato, oggi non sarei qui. Può accadere qualunque cosa nella mia vita, potrei perdere tutto e tuttavia resta vero che Dio mi ama e che su questo fondamento posso sempre ricostruire tutto”
Don Luigi Pedrini