Carissimi Parrocchiani,
sostiamo ancora sull’episodio dell’elezione per aggiungere una seconda considerazione a quella già fatta a proposito dell’iniziativa di grazia che ha segnato la vita di Davide. La considerazione riguarda il particolare della ‘piccolezza’ di Davide: egli è il piccolo nella casa di Iesse; talmente piccolo che nessuno sospetta che sia proprio lui il designato alla consacrazione.
Torna, dunque, a fare la sua comparsa questa dimensione già apparsa nella presentazione di altri personaggi biblici prima di Davide. In precedenza Abele, il mite viene preferito al primogenito Caino; Giacobbe, il sedentario, passa davanti all’inquieto Esaù; Gedeone, il più piccolo in casa sua e appartenente alla più piccola tribù di Israele, quella di Manasse, viene scelto per liberare gli Israeliti dalle razzie dei madianiti. Più avanti Geremia troppo giovane per essere esperto nel parlare viene scelto quale portavoce di Dio.
Ci troviamo, pertanto, di fronte a una costante dell’agire di Dio: Egli ama servirsi del debole per fare, attraverso di lui, cose grandi che confondono i forti.
Questo stile misterioso di Dio giunge alla sua pienezza nel Nuovo Testamento. Lo incontriamo in Maria la piccola sulla quale si posa lo sguardo di Dio; poi, in Gesù che nasce come Davide nella piccola Betlemme e che percorre la via della piccolezza fino all’insignificanza di una morte infamante vissuta nell’abbandono.
Così la nota sulla piccolezza di Davide ci stimola ad aprire la contemplazione su Gesù. In realtà diversi tratti della vicenda di Davide sollecitano a fare questo passaggio. Oltre alla dimensione della piccolezza possiamo infatti ricordare un’altra dimensione che appare con chiarezza nell’elezione di Davide e che pure si ritrova in Gesù: è quella della segretezza/discrezione. La consacrazione di Davide avviene nel segreto di una casa e rimane celata fino a quando comincia a regnare dopo la morte di Saul. Qualcosa di simile si ritrova anche nella vita di Gesù. È Divo Barsotti a richiamare l’attenzione su questo aspetto nel suo commento biblico. Scrive:
Nella scelta di Dio si riconosce come Dio compia tutto in segreto. L’azione di Dio si svolge su un piano di silenzio e di umiltà. E tanto più questa scelta di Dio si dimostra efficace, quanto più maturerà nell’umiltà e nel silenzio i suoi eletti. Così anche Gesù. Trent’anni! Per due anni e mezzo che Gesù ha vissuto la sua missione pubblica! Per questi due anni e mezzo la preparazione di trent’anni e forse più e in questo tempo Dio sembra assente, sembra disinteressarsi del suo popolo: egli è venuto, si è fatto uomo, si è fatto nostro fratello, ma vive a Nazareth sconosciuto a tutti. Non dobbiamo avere fretta con Dio. Una delle virtù che dobbiamo esercitare di più è la pazienza, sopportare il silenzio di Dio, fidarsi di Dio anche se tace, anche se è lontano. Nella vita spirituale quante volte ci sembrerà che Dio neppure esista, ci sentiremo soli, inutili, sentiremo che la nostra vita precipita nel vuoto. Pazienza, umiltà e assoluta dimenticanza di sé: questo è il primo insegnamento che il Signore ci dà” (p. 124).
Don Luigi Pedrini