Carissimi Parrocchiani,
nella conclusione del foglio settimanale di due settimane fa scrivevo che Dio realizza il suo disegno di salvezza in mezzo all’umanità non costruendo un’altra storia accanto a quella ‘profana’, ma inserendosi nella trama degli avvenimenti e facendo in modo che essi, nonostante i loro limiti e le loro contraddizioni, concorrano a raggiungere lo scopo di salvezza che Gli sta a cuore.
Dio non vuole il male e, tuttavia, anche nelle situazioni di male che si creano nel mondo, Egli è capace di operare così che l’ultima parola non sia il male che distrugge, ma il bene che edifica. Scrive in proposito Rossi de Gasperis: “Dio è capace di far passare i suoi disegni divini attraverso tutti i disordini e tutte le guerre, giuste o ingiuste, suscitate dalle libertà umane, con le loro passioni tumultuose, le loro paure e le loro efferate crudeltà, comprese quelle di Giaele e di… Hitler, di Stalin o del terrorismo islamico” (o.c., p. 126).
Anche se allo sguardo immediato gli avvenimenti della storia appaiono come il risultato delle scelte dei popoli che agiscono attraverso i loro accordi, in base alle loro legislazioni, tuttavia – osserva ancora Rossi de Gasperis – “Il Signore sa fare il suo gioco santo dentro i giochi degli uomini e delle donne della storia” (Ibidem). Sono affermazioni che possono sorprenderci. E, tuttavia la conferma che colgono realmente nel segno viene dalla Scrittura.
Pensiamo anche solo alla Passione di Gesù. In questa vicenda drammatica che ha come esito finale la condanna e la morte di croce, noi vediamo chiaramente il compenetrarsi della storia di Dio nella storia degli uomini.
Così, ad esempio, i passi che condurranno all’arresto di Gesù muovono dalla decisione di Giuda di tradirlo e di consegnarlo per un pugno di denari ai suoi nemici. In realtà, Gesù più che uomo ‘consegnato’ è Colui che liberamente ‘si consegna’ ai suoi accusatori. Le predizioni del destino che lo attende a Gerusalemme, il suo incamminarsi volontario verso la Città santa, lo svelamento a Giuda stesso di quanto sta per fare, rivelano che tutto avviene secondo un disegno che va ben oltre le meschinerie umane.
Pensiamo all’Ultima Cena, una cena d’addio, drammaticamente segnata dallo svelamento del tradimento di Giuda, del rinnegamento di Pietro, dell’abbandono da parte dei discepoli. Sarebbe una cena da cancellare dalla memoria avvolta com’è da tante ombre funeste; eppure, proprio in quella cena risplende al massimo la luce di un amore che si dona, senza misura, “fino alla fine” (Gv 13,1). Infatti, Gesù offrendo il pane ai discepoli e invitandoli a bere il calice interpreta quei gesti di offerta come anticipazioni simboliche del dono della sua vita sulla croce. Con le parole “Fate questo in memoria di me”, invita i discepoli a ripetere quei gesti in perenne memoria del suo sacrificarsi per noi.
Ecco soltanto alcuni esempi di una situazione di male e di tenebre che viene a brillare di una luce imprevista fino a trasformarla in offerta suprema di bene.
Proprio su questo singolare modo di agire di Dio si fonda la speranza cristiana che non si scoraggia di fronte al male che c’è nel mondo e continua a credere che la Provvidenza – come affermava Giovanni XXIII – fa sì che “tutto, anche le umane avversità, concorrano al maggior bene della Chiesa (Discorso tenuto in occasione della solenne apertura del Concilio, in EV 1, 42*).
Don Luigi Pedrini