Carissimi Parrocchiani.
lo strano modo di riportare vittoria che abbiamo visto la settimana scorsa non lascia dubbi sul fatto che è stato Dio a mettere nelle mani degli Israeliti l’accampamento di Madian.
Quella notte illuminata dalle trecento fiaccole rimarrà un perenne ricordo nella memoria storica di Israele. Il profeta Isaia, volendo aiutare gli Israeliti a credere che Dio è sempre capace di far brillare la sua luce anche nelle valli oscure che si incontrano e che, di lì a poco, li avrebbe fatti uscire dalle tenebre dell’esilio di Babilonia e li avrebbe ricondotti in patria, ricorda espressamente, a distanza di molti anni, la vittoria riportata su Madian.
In passato umiliò la terra di Zàbulon e la terra di Nèftali, ma in futuro renderà gloriosa la via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti. / Il popolo che camminava nelle tenebre / ha visto una grande luce; / su coloro che abitavano in terra tenebrosa / una luce rifulse. / 2Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia. / Gioiscono davanti a te / come si gioisce quando si miete /e come si esulta quando si divide la preda. / 3Perché tu hai spezzato il giogo che l’opprimeva, / la sbarra sulle sue spalle, / e il bastone del suo aguzzino, / come nel giorno di Madian.
La liturgia valorizza questo testo e lo fa risuonare solennemente nelle nostre orecchie ogni anno nella Messa della Notte di Natale. L’intenzione è chiara: invitare noi che ascoltiamo a scorgere nella luce che in quella notte è brillata dalle trecento fiaccole una prefigurazione della vera luce sorta nel mondo con la venuta di Cristo.
Stabilendo questo legame tra la vittoria di Madian e la nascita del Messia la liturgia si allinea con l’evangelista Matteo che raccontando gli inizi della missione di Gesù a Cafarnao, nel territorio di Zabulon e Neftali, cita espressamente questo testo indicando Gesù come Colui che dà compimento alle parole del profeta. Con la sua venuta in mezzo a noi sta sorgendo la grande luce preannunciata dal profeta Isaia che viene a sconfiggere le tenebre e l’ombra di morte in cui era immerso il popolo di quelle regioni.
Anche l’evangelista Luca, senza citare la profezia di Isaia, presenta la nascita di Gesù come un mistero di luce che entra nella notte del mondo. Afferma, infatti, che la gloria del Signore avvolse di luce (Lc 2,9) i pastori che in quella regione stavano vegliando sul loro gregge. Nella stessa prospettiva san Giovanni nel Prologo presenta Gesù come la luce vera che viene nel mondo e che illumina ogni uomo (Gv 1,9).
Come si vede la comprensione di Gesù Cristo come ‘luce del mondo’ costituisce nei Vangeli una chiave molto importante per interpretare il suo mistero.
E, tuttavia, sono pochi a sapere che tutto è cominciato con le trecento fiaccole dei prodi di Gedeone, tra i monti di Gelboe e il monte More, presso la sorgente di Charod.
Don Luigi Pedrini