Carissimi Parrocchiani,
dopo aver sottolineato fino ad ora la diversa prospettiva che anima il libro di Giosuè e quello dei Giudici e, quindi, dopo aver evidenziato anche ciò che li distanzia; ora, voglio invece sottolineare ciò che hanno in comune e li avvicina.
È vero che l’accento nel libro di Giosuè va sul ‘dono’: la Terra Promessa diventa disponibile per gli Israeliti in forza di un ‘dono dall’alto’. E, tuttavia, anche in questo orizzonte di ‘dono’ gli Israeliti non sono stati semplicemente a guardare. In diverse occasioni hanno imbracciato le armi per imporsi su quanti si opponevano loro. Dunque, ‘dono’, ma anche ‘conquista’.
Questa unità di ‘dono’ e ‘conquista’ si ritrova anche nel libro dei Giudici. È vero che qui è dominante la ‘conquista’ realizzata a poco a poco grazie alla guida strategica dei diversi capi – i Giudici – che Dio ha suscitato tra loro e, tuttavia, nel libro è ben presente anche la prospettiva del ‘dono’. Ne è prova tangibile il fatto che l’imporsi degli Israeliti sui nemici avviene con armi e con modalità completamente inadeguate e sproporzionate rispetto alla vittoria conseguita.
Le testimonianze a questo proposito sono molteplici: pensiamo alla vittoria riportata sul re Iabin e su Sisara, il capo del suo esercito, grazie al coraggio di due donne: Debora, la profetessa e Giaele. Oppure pensiamo a Sansone, il famoso eroe dotato di una forza straordinaria, che riesce con le sue imprese a liberare gli Israeliti dal giogo dei Filistei.
Ma l’esempio più mirabile è offerto dalla vicenda di Gedeone. È già motivo di sorpresa il fatto che proprio un uomo come lui venga scelto da Dio per essere giudice in mezzo al suo popolo. Gedeone, infatti, era il più piccolo della sua famiglia e la sua famiglia era la più povera della tribù di Manasse (cfr. Gdc 6,15). Eppure, l’angelo che gli porta l’annuncio della elezione di Dio, gli appare e gli dice: “Il Signore è con te, uomo forte e valoroso” (Gdc 6,12). Queste parole, però, non incontrano sul momento l’entusiasmo di Gedeone che anzi obietta dicendo: “Perdona mio signore: ma se il Signore è con noi, perché ci è capitato tutto questo?Dove sono tutti i suoi prodigi che i nostri padri ci hanno narrato, dicendo: «Il Signore non ci ha fatto forse salire dall’Egitto?». Ma ora il Signore ci ha abbandonato e ci ha consegnato nelle mani di Madian” (Gdc 6,13-14). Il Signore però insiste nella sua richiesta: “Va con questa tua forza e salva Israele dalla mano di Madian; non ti mando forse io?… Io sarò con te” (Gdc 6,14.16).
Finalmente Gedeone accetta e sulla parola del Signore comincia a muovere i primi passi per affrontare e vincere i Madianiti. Convoca nella pianura di Yizreel tutti gli Israeliti che sono disposti a combattere e al suo appello risponde una moltitudine di trentaduemila uomini: appartenevano alla tribù di Manasse, ma anche alle tribù settentrionali di Aser, Zabulon e Neftali. Sono tutti pronti per affrontare i madianiti che – dice il libro – “arrivavano numerosi come le cavallette […] e venivano nella terra per devastarla” (Gdc 6,5).
Dio però davanti a questa moltitudine chiede a Gedeone di ridurre drasticamente il numero dei combattenti. Li ridurrà a trecento. Ma vedremo la prossima volta.
Don Luigi Pedrini