4 Settembre 2016

Carissimi Parrocchiani,

si avvicina la settimana in cui ospiteremo in parrocchia la Madonna Pellegrina di Fatima. Per aiutarci a vivere bene questo avvenimento che penso possa essere davvero per ciascuno di noi un dono di grazia, voglio dire qualcosa riguardo ai tre pastorelli che sono stati protagonisti delle apparizioni di Maria succedutesi nel 1917 a Cova di Iria, località che si trova presso Fatima, in Portogallo. I tre pastorelli sono Lucia dos Santos che nell’anno delle apparizioni aveva 10 anni, Giacinta Marto di 7 anni e il fratello Francisco Marto di nove anni. Giacinta e Francisco erano cugini di Lucia. Non mi dilungo nel tracciare il loro profilo biografico che richiederebbe più spazio di quello che può offrire il foglio settimanale. Semplicemente raccolgo dalla vita di ciascuno una testimonianza in dialogo con il Vangelo di questa domenica. Comincio con Lucia.

Il testo evangelico si apre con un’affermazione di Gesù che non manca mai di sorprendere. Dichiara: Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo” (Lc 14,26). A questo proposito mi sembra illuminante questo episodio della vita di Lucia da lei stessa riferita nel Seconda Memoria autobiografica scritta nel 1937. Questa testimonianza rivela da una parte il primato del Signore; dall’altra un affetto sincero e grande per la mamma mostrando che il primato nell’amore richiesto da  Gesù non sminuisce gli affetti umani, ma aiuta a viverli in pienezza e autenticità

Lucia riferisce uno dei dispiaceri che sono stati causati in famiglia dalla vicenda delle apparizioni. La risonanza degli avvenimenti di Cova d’Iria attirava folle di persone che per ragioni varie si sentivano attratte da quel luogo. I campi che circondavano il luogo delle apparizioni appartenevano alla famiglia di Lucia. Erano campi fertili da cui traevano buona parte del foraggio necessario per mantenere il loro gregge. Ora da quando le folle erano accorse tutto il raccolto era andato perduto. La mamma in alcuni momenti, esasperata per il chiasso che si era creato attorno alla famiglia, faceva pesare tutto questo a Lucia: Mia Madre, lamentando questa perdita, mi diceva: “Tu adesso, quando vorrai mangiare, andrai a chiederlo a quella Signora!. Le sorelle aggiungevano: “Tu adesso dovresti mangiare quello che si coltiva nella Cova d’Iria (Memorie di suor Lucia, Almondina, Torre Novas, 2007, 89).

Lucia dichiara che queste parole la addoloravano molto al punto che non aveva il coraggio di prendere un pezzo di pane per mangiare. La mamma era alquanto irretita per la questione delle apparizioni a motivo dei tanti fastidi che ne erano derivati per la famiglia. D’altra parte vedendo Lucia che soffriva nel fisico e dimagriva molto, temendo che si ammalasse, cercava di trattenersi. Ed ecco la considerazione di Lucia: Povera mamma! Adesso sì, capisco veramente la situazione in cui si trovava e ne sento compassione! In realtà aveva ragione nel giudicarmi indegna di tal favore e perciò di credermi bugiarda. Per grazia speciale del Signore, non ebbi mai il minimo pensiero o la minima reazione contro il suo comportamento verso di me. Siccome l’Angelo aveva annunciato che Dio m’avrebbe inviato sofferenze, in tutto questo vidi sempre Dio, che così voleva. L’amore, la stima e il rispetto che le dovevo, continuarono ad aumentare sempre, come se io fossi molto carezzata. E ora le sono più riconoscente di avermi trattata così, che se avesse continuato ad educarmi tra premure e carezze (Ibidem, 89-90).

Don Luigi Pedrini