Carissimi Parrocchiani,
disponendoci a percorre l’ultimo tratto del sentiero di Mosè, consideriamo ora la conclusione della sua vicenda.
Al riguardo, ci mettiamo in ascolto dei testi che riferiscono circa la sua morte. Sono tre e, precisamente: Dt 31,1-8; Dt 34,1-7; Dt 34,1-7.
C’è da notare che la Scrittura dedica in modo insolito uno spazio notevole alla descrizione di questa morte: è una cosa abbastanza singolare che non trova riscontro negli altri profeti. Ad esempio, del grande profeta Isaia non sappiamo niente; ugualmente di Geremia. Molto, invece, sappiamo della morte di Mosè.
Passiamo allora in rassegna i tre testi menzionati. Così si legge nel primo testo:
1Mosè andò e rivolse queste parole a tutto Israele. 2Disse loro: “Io oggi ho centovent’anni. Non posso più andare e venire. Il Signore inoltre mi ha detto: «Tu non attraverserai questo Giordano». 3Il Signore, tuo Dio, lo attraverserà davanti a te, distruggerà davanti a te quelle nazioni, in modo che tu possa prenderne possesso. Quanto a Giosuè, egli lo attraverserà davanti a te, come il Signore ha detto. 4Il Signore tratterà quelle nazioni come ha trattato Sicon e Og, re degli Amorrei, e come ha trattato la loro terra, che egli ha distrutto. 5Il Signore le metterà in vostro potere e voi le tratterete secondo tutti gli ordini che vi ho dato. 6Siate forti, fatevi animo, non temete e non vi spaventate di loro, perché il Signore, tuo Dio, cammina con te; non ti lascerà e non ti abbandonerà”.
7Poi Mosè chiamò Giosuè e gli disse alla presenza di tutto Israele: “Sii forte e fatti animo, perché tu condurrai questo popolo nella terra che il Signore giurò ai loro padri di darvi: tu gliene darai il possesso. 8Il Signore stesso cammina davanti a te. Egli sarà con te, non ti lascerà e non ti abbandonerà. Non temere e non perderti d’animo!” (Dt 31,1-8)
In questo testo colpisce la risolutezza con cui Mosè afferma il primato dell’agire di Dio e invita gli israeliti a fargli completamente spazio: “Il Signore tuo Dio passerà davanti a te… cammina davanti a te”. Questo fare spazio al Signore non è in alternativa a Giosuè: essendo prescelto quale successore di Mosè, c’è posto anche per lui nello spazio che spetta anzitutto al Signore.
Notiamo pure che Mosè concludendo la sua missione di guida in mezzo agli israeliti non dà risalto a quello che ha fatto, come pure non fa alcun accenno sul fatto che, tirandosi lui da parte, sorgeranno inevitabilmente delle difficoltà. Piuttosto incoraggia gli israeliti dicendo in sostanza: “Non ci sarò più io, perché ormai ho esaurito il compito che mi era stato affidato, ma voi andrete avanti bene anche senza di me: avrete l’aiuto del Signore; avrete la guida di Giosué che è un uomo forte, buono e generoso: abbiate, dunque, fiducia”.
Queste parole rivelano che Mosè alla fine della sua vita è un uomo profondamente libero, capace di rinunciare ai legittimi riconoscimenti e di prepararsi, dopo il tempo dell’attività, al tempo della passività che gli chiede di farsi da parte e di entrare nell’ombra.
Don Luigi Pedrini