San Leonardo Confessore (Linarolo), 18 Maggio 2014
Carissimi Parrocchiani,
concludendo la vicenda di Giuseppe abbiamo visto delinearsi in lui la figura dell’uomo sapiente che sa leggere nel cuore delle persone, sa dirimere con equilibrio le questioni politiche, sa amministrare i beni secondo giustizia ed equità.
Nel congedarci definitivamente, dopo aver camminato a lungo con lui sul suo sentiero, vogliamo raccogliere un ultimo insegnamento. Giuseppe ci insegna che la vera sapienza consiste nell’arrivare a scoprire Dio in tutte le cose o, in altri termini, a scoprire che tutto possiamo vivere come un’occasione per lodare, onorare, servire Dio.
La persona che possiede la sapienza ne dà testimonianza nella vita di ogni giorno: nel suo modo di lavorare, di incontrare le persone, di perdonare, di fare politica, di usare le cose, di assolvere i propri doveri quotidiani. Questa sapienza è un puro riflesso della sapienza stessa di Dio. Dio non è onorato da noi solo quando ci raccogliamo in preghiera, che pure è necessaria e importante; Dio è onorato quando noi viviamo bene, nella fedeltà, il nostro quotidiano e secondo verità e carità le relazioni con gli altri.
La vicenda di Giuseppe è animata dalla fiducia che tutti gli avvenimenti sia quelli luminosi, sia quelli oscuri, rientrano comunque nell’orizzonte della Provvidenza di Dio. Questa è la ragione per cui in questa storia si parla pochissimo di Dio. Eppure, è tutt’altro che una storia ‘laica’: è profondamente religiosa. Giuseppe è il credente che vive tutto alla presenza di Dio. La certezza che nulla sfugge alla sue mani è la forza che gli ha permesso di non disperare mai, neanche nelle situazioni più drammatiche e, apparentemente, senza via di uscita.
In Gen 37,1 c’è un’annotazione significativa riferita a Giacobbe e che ci aiuta a capire come Giuseppe sia arrivato al dono della sapienza. Riferisce che Giacobbe, dopo aver ascoltato dal figlio il racconto dei sogni e aver manifestato anche la sua perplessità, “tenne in mente la cosa”.
Questa sottolineatura rimanda per affinità a quanto l’evangelista Luca dice in riferimento in riferimento a Maria: “Maria serbava tutte queste cose, meditandole nel suo cuore” (Lc 2,19.51).
La sapienza ha la sua scaturigine proprio in questa capacità di tenere in mente gli avvenimenti che segnano la nostra vita e di leggerli davanti a Dio alla luce della sua Parola, per cercare di comprendere giorno per giorno ciò che ci sta chiedendo e dove vuole condurci.
Per questa strada, Giuseppe è diventato sempre più un credente ricco della sapienza di Dio.
Così il sentiero che abbiamo percorso in sua compagnia ci ha fatto incontrare in lui un uomo provato dalle traversie della vita, ma anche un uomo profondamente pacificato, capace di portare riconciliazione in mezzo alla divisione e di guardare avanti sempre con speranza.
Don Luigi Pedrini