27 Ottobre 2013

San Leonardo Confessore (Linarolo), 27 Ottobre 2013

Carissimi Parrocchiani,

ripercorriamo, ora, insieme, i diversi passi del cammino pedagogico con cui Giuseppe ha condotto i suoi fratelli verso la fraternità riconciliata. È un cammino graduale, fatto di tappe progressive. Le seguiamo ordinatamente facendo spazio al testo biblico: è un testo di rara bellezza e di grande efficacia espressiva che parla da sé, senza bisogno di grandi commenti.

La prima tappa di questo cammino è descritta nei vv. 1-24 del capitolo 42. Si tratta del primo incontro di Giuseppe con i fratelli. Tutto prende avvio dal fatto che Giacobbe – in seguito alla carestia che persiste nella terra di Canaan – avendo sentito che in Egitto c’è abbondanza di grano, decide di mandare là i figli a farne provvista. Con loro, però, non manda Beniamino perché non vuole esporlo ai pericoli del lungo viaggio.

Giunti in Egitto, i fratelli sono costretti a venire al cospetto di Giuseppe che “aveva autorità sul paese e vendeva il grano a tutto il popolo del paese” (Gen 42,6). Ed, ecco, come il testo biblico riferisce la scena dell’incontro:

Perciò i fratelli di Giuseppe vennero da lui e gli si prostrarono davanti con la faccia a terra.

[7] Giuseppe vide i suoi fratelli e li riconobbe, ma fece l’estraneo verso di loro, parlò duramente e disse: <<Di dove siete venuti?>>. Risposero: <<Dal paese di Canaan per comperare viveri>>. [8]Giuseppe riconobbe dunque i fratelli, mentre essi non lo riconobbero.

[9]Si ricordò allora Giuseppe dei sogni che aveva avuti a loro riguardo e disse loro: <<Voi siete spie! Voi siete venuti a vedere i punti scoperti del paese>>.

[10]Gli risposero: <<No, signore mio; i tuoi servi sono venuti per acquistare viveri. [11]Noi siamo tutti figli di un solo uomo. Noi siamo sinceri. I tuoi servi non sono spie!>>.

[12]Ma egli disse loro: <<No, voi siete venuti a vedere i punti scoperti del paese!>>.

[13]Allora essi dissero: <<Dodici sono i tuoi servi, siamo fratelli, figli di un solo uomo, nel paese di Canaan; ecco il più giovane è ora presso nostro padre e uno non c’è più>>.

[14]Giuseppe disse loro: <<Le cose stanno come vi ho detto: voi siete spie. [15]In questo modo sarete messi alla prova: per la vita del faraone, non uscirete di qui se non quando vi avrà raggiunto il vostro fratello più giovane. [16]Mandate uno di voi a prendere il vostro fratello; voi rimarrete prigionieri. Siano così messe alla prova le vostre parole, per sapere se la verità è dalla vostra parte. Se no, per la vita del faraone, voi siete spie!>>.

[17]E li tenne in carcere per tre giorni. 

             Dunque, Giuseppe tratta i fratelli con molta durezza; li accusa di spionaggio, li fa mettere in carcere. Resta da riferire l’epilogo di questa scena: ma rimandiamo alla prossima volta.

Don Luigi Pedrini