17 Febbraio 2013

San Leonardo Confessore (Linarolo),  17 Febbraio 2013

Cari fratelli e sorelle,

come sapete ho deciso di rinunciare al ministero che il Signore mi ha affidato il 19 aprile 2005. Ho fatto questo in piena libertà per il bene della Chiesa, dopo aver pregato a lungo ed aver esaminato davanti a Dio la mia coscienza, ben consapevole della gravita di tale atto, ma altrettanto consapevole di non essere più in grado di svolgere il ministero petrino con quella forza che esso richiede. Mi sostiene e mi illumina la certezza che la Chiesa è di Cristo, il Quale non le farà mai mancare la sua guida e la sua cura. Ringrazio tutti per l’amore e per la preghiera con cui mi avete accompagnato. Grazie! Ho sentito quasi fisicamente in questi giorni, per me non facili, la forza della preghiera, che l’amore della Chiesa, la vostra preghiera, mi porta. Continuate a pregare per me, per la Chiesa, per il futuro Papa. Il Signore ci guiderà. (BENEDETTO XVI, Udienza di Mercoledì 13 febbraio 2013)

Carissimi Parrocchiani,

ho riportato le parole che in questi giorni più volte abbiamo ascoltato: parole che ci hanno sorpreso, forse anche un po’ scosso. Credo che il modo migliore per leggere questa decisione presa da Benedetto XVI sia di attenerci a quanto egli stesso ha dichiarato.
Il Papa rivela in quale contesto è maturata. È maturata in “piena libertà”: nessuna pressione dall’esterno, tanto che ha colto tutti impreparati; “dopo aver pregato a lungo”: per chi ha affidato la propria vita nelle mani di Dio, non esiste più una decisione privata. Tutto è vissuto a partire dalla volontà di Dio. Ha pregato, è giunto alla certezza che questo ora il Signore gli sta chiedendo; nell’obbedienza si affida; in lucida consapevolezza sia della gravita del fatto (un fatto che contrasta con la prassi abituale, quantunque sia una possibilità prevista dal Codice di Diritto Canonico), sia della precarietà delle forze che lo rendono inadeguato all’assolvimento del ministero petrino.
Il Papa rivela anche la fonte della sua fiducia nel fare tale passo: la “certezza che la Chiesa è di Cristo, il quale non le farà mai mancare la sua guida e la sua cura”. Così, egli ribadisce l’umile e sincero riconoscimento, fatto all’inizio del suo pontificato, di essere semplicemente “un umile operaio nella vigna del Signore”. Operaio che ha servito la Chiesa con tutta la sua vita e che, ora, senza vantare alcun diritto, è pronto a farsi da parte, per il bene della Chiesa stessa.
Anche Gesù, in circostanze analoghe, consapevole di essere al tramonto della sua vita terrena, si congedava dai discepoli parlando del suo distacco e affidandoli alla custodia amorevole del Padre.
Carissimi Parrocchiani, in questi giorni che rimangono prima del 28 febbraio, ripensiamo al dono che Benedetto XVI ci ha fatto in questi anni in cui ha guidato al largo la “barca” di Pietro. Lasciamo spazio in noi al sentimento della gratitudine per il molto ricevuto e restiamogli spiritualmente vicini con la nostra preghiera, come Egli stesso, ringraziandoci, ci chiede.
Il nostro Vescovo in una sua lettera indirizzata a noi sacerdoti, esprimendo la sua ammirazione per la testimonianza di grande umiltà del Papa, ci invita non solo a pregare per lui, ma anche per noi tutti perché “possiamo essere all’altezza della conversione che il gesto del Papa propone oggi a tutta la comunità cattolica”.

Don Luigi Pedrini