16 Settembre 2012

San Leonardo Confessore (Linarolo), 16 Settembe 2012

Carissimi Parrocchiani,

entrando nella vicenda di Giuseppe ci imbattiamo nel racconto di due sogni. Sono sogni che impressionano profondamente Giuseppe, tanto che subito ne parla in casa: del primo sogno riferisce ai fratelli, del secondo ai fratelli essendo presente pure il padre.

Bisogna dire fin d’ora che i sogni hanno un’importanza particolare nella vicenda di Giuseppe: sono il motivo conduttore di tutta la storia. Nei capitoli che compongono il ciclo a lui dedicato (i capitoli che vanno dal 37 al 50) sono presentati sei sogni: due sono di Giuseppe; due dei ministri del faraone (il coppiere e il panettiere), mentre si trovano in prigione; due del faraone.

Tutti questi sogni ruotano attorno a Giuseppe: i primi due perché lo vedono direttamente protagonista; gli altri in quanto se ne fa interprete. Da questo punto di vista, la figura di Giuseppe appare molto legata ai sogni; sarà così, molto tempo dopo, anche per l’altro Giuseppe, più famoso, Giuseppe di Nazaret, sposo di Maria e padre putativo di Gesù, la cui vicenda è stata segnata da quattro sogni.

Bisogna ancora osservare, al riguardo, che nella cultura di allora il sogno poteva essere interpretato come vaticinio, cioè come una rivelazione di Dio: così, ad esempio, nei capitoli precedenti (cfr: i cap. 28 e 31), i sogni che Giacobbe riceve in sogno sono interpretati come messaggi divini.

Per quanto riguarda, invece, i due sogni fatti da Giuseppe per il momento non si precisa la portata: non si da alcun giudizio se vengono da Dio o dalla sua fantasia.

Questo particolare rivela fin d’ora una nota di discrezione che è tipica di tutta la vicenda: Dio opera nel nascondimento e, nell’immediato, senza farsi notare; solo alla fine ci si renderà conto che era Lui a guidare la storia.

Riguardo ai sogni, vale la pena ricordare la lezione che qualche secolo più tardi offrirà il libro del Siracide. L’autore, Ben Sira, pur lasciando aperta la possibilità che Dio parli anche attraverso i sogni, invita, però, ad usare molta prudenza nei loro confronti.

[1]Speranze vane e fallaci sono proprie dell’uomo insensato, i sogni danno le ali agli stolti.

[2]Come uno che afferra le ombre e insegue il vento, così chi si appoggia ai sogni.

[3]Questo dopo quello: tale la visione di sogni, di fronte a un volto l’immagine di un volto.

[4]Dall’impuro che cosa potrà uscire di puro? E dal falso che cosa potrà uscire di vero?

[5]Oracoli, auspici e sogni sono cose vane, come vaneggia la niente di una donna in doglie.

[6]Se non sono inviati dall’Altìssimo in una sua visita, non permettere che se ne occupi la tua mente.

[7]I sogni hanno indotto molti in errore, hanno deviato quanti avevano in essi sperato.

[8]Senza menzogna si deve adempiere la legge, la sapienza in bocca verace è perfezione. (Sir. 34,1-8)

  Don Luigi Pedrini