09 Settembre 2012

San Leonardo Confessore (Linarolo), 09 Settembe 2012

Carissimi Parrocchiani,

attingo la seconda considerazione che avevo lasciato in sospeso la volta scorsa dal v. 3 del cap. 37. In questo versetto troviamo una sottolineatura importante: Israele amava Giuseppe più di tutti i suoi figli. La stessa sottolineatura ricompare subito dopo nel v. 4 per precisare che, proprio in ragione di questo ‘di più’ di amore, i fratelli nutrivano gelosia e invidia verso Giuseppe.

E’ tipico dell’invidia e della gelosia ‘misurare’ l’amore, cioé valutarlo semplicemente in base ad una logica quantitativa, come una questione di più o di meno. In realtà l’amore vero sfugge a questa logica. Caratteristica dell’amore è di amare in modo personale e, proprio perché personale, di amare ciascuno in modo diverso. Dio ama in modo personale e dà a ciascuno l’amore necessario.

S. Ignazio di Loyola, alla fine di una sua bella preghiera che ha inserito nel libro degli Esercizi Spirituali, si esprime così: “Dammi il tuo amore e la tua grazia e mi basta”, volendo dire che quando io so di essere amato dal Signore non manco più di nulla. Cosa importa, allora, se Dio ama in modo diverso il mio fratello, la mia sorella? Io ho l’amore che basta.

Dietro l’invidia e la gelosia si nasconde in fondo una non accettazione dell’amore personale con cui si è amati da Dio, la quale conduce, poi, al calcolo che quantifica l’amore.

Giuseppe è amato in modo diverso da Giacobbe e riceve in famiglia un ‘di più’ di amore perché la vocazione a cui è chiamato necessita di un ‘di più’ di amore. Egli è colui che opererà la riconciliazione di tutti e tre i rapporti compromessi dal peccato (il rapporto con Dio, con i fratelli, con la terra) ed è proprio in vista di questa vocazione che Giuseppe riceve da Giacobbe l’amore necessario per compiere la sua missione.

È avvenuto così anche per Pietro. Egli chiamato a un compito di unità nella Chiesa deve fare l’esperienza di essere amato da Gesù, perché ricco di un ‘di più’ di amore sia in grado di offrire un ‘di più’ di amore a Gesù e ai fratelli: “Mi ami tu più di costoro?… Pasci i miei agnelli” (Gv 21,15ss).

Ognuno riceve da Dio quel ‘di più’ di amore che gli è necessario per realizzare la propria vocazione. E l’amore che Dio ci dà è un amore senza misura. Lo fa notare, non senza meraviglia, san Paolo. Egli, dopo aver considerato il fatto che Dio per amore nostro è stato disposto a ‘perdere’ sulla croce il proprio Figlio, il Figlio amato, fa questa considerazione: “Se Dio non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi, davvero grande deve essere il suo amore per noi” (Rm 8,31-39).

In questo modo il Signore ci aiuta a estirpare dal cuore ogni sentimento di gelosia e di invidia per far posto al dono della fraternità. Il fatto che il mio fratello sia amato con un ‘di più’ di amore non deve indurmi a pensare ad una sottrazione d’amore nei miei confronti, ma diventa per me l’occasione per rendermi ancora più consapevole di quel ‘di più’ di amore personale che anch’io ho ricevuto e continuamente ricevo dalle mani del Signore.

Don Luigi Pedrini