02 Settembe 2012

San Leonardo Confessore (Linarolo), 02 Settembe 2012

Carissimi Parrocchiani,

sostiamo ancora sui versetti già commentati per fare due considerazioni. La prima considerazione ci rimanda al v. 4 del cap. 37: I suoi fratelli, vedendo che il loro padre amava lui più di tutti i suoi figli, lo odiavano e non potevano parlargli amichevolmente. In questo versetto scopriamo con sorpresa che sono riuniti insieme amore e odio: da una parte, l’amore di Giacobbe; dall’altra, l’odio dei dieci fratelli verso Giuseppe.

Questa singolarità ci conduce ad una constatazione sorprendente: l’amore, paradossalmente, può scatenare l’odio. L’amore che Giuseppe riceve dal padre lo rende odioso agli occhi dei fratelli.

In questo paradosso i commentatori cristiani hanno visto un’anticipazione di Gesù. Infatti, l’incapacità dei fratelli nel parlare amichevolmente a Giuseppe si ritrova anche in Gesù, il figlio prediletto del Padre. Anch’egli odiato e alla fine condannato a morte perché i suoi avversari non accettano di riconoscere in lui il Figlio di Dio, il Figlio prediletto (Mc 14,61-64). Gesù, avendo fatto sempre del bene a tutti, non era reo di alcuna colpa che giustificasse una condanna simile; La sua morte è stata il frutto di una condanna del tutto arbitraria. Gesù stesso ha dichiarato: “Mi hanno odiato senza ragione” (Gv 15,25).

Dunque, sia nella vicenda di Giuseppe, sia nella vicenda di Gesù l’amore, anziché suscitare una risposta d’amore, ha provocato un reazione d’odio. È una stranezza alla quale neanche l’amore di Dio si sottrae. Anzi, questo paradosso si evidenzia ancora di più quando in gioco c’è l’amore di Dio. Mi spiego: l’amore di Dio nei nostri confronti non può che volere per noi il bene, la verità; è un amore che non scende a patti con la menzogna e con il male. Proprio perché non si arrende di fronte al male, ma tutto vuole abbracciare e illuminare, ecco che il male si evidenzia e si ribella. È così che l’amore può condurre all’odio.

In tutto questo mi pare di poter cogliere un insegnamento importante per noi. È illusorio pensare che la testimonianza all’amore che esige la vita cristiana in quanto vita nello spirito di Cristo, che è spirito d’Amore, possa suscitare automaticamente l’amore. Amando si ottiene una risposta d’amore in chi ha un cuore già purificato. Là dove non c’è un cuore limpido, purificato, non si dà immediatamente una risposta d’amore e si rende necessario, in primo luogo, un cammino di purificazione che può passare anche attraverso fasi di ribellione e di odio. L’amore, tuttavia, è capace di vincere tutto questo, facendosene carico e pagando di persona.

I santi confermano tutto questo. Essi, pur testimoniando l’amore verso tutti, hanno incontrato, non di rado e proprio per questo, l’odio del mondo. E, tuttavia, hanno vinto il male, perché l’hanno espiato in se stessi l’hanno vissuto come partecipazione alla croce di Cristo.

Così, la vicenda di Giuseppe ci ricorda che non dobbiamo meravigliarci se nell’amare riceviamo non approvazioni gratificanti, ma critiche e anche opposizioni. La via dell’amore non passa attraverso scorciatoie facili, ma domanda un lungo e paziente cammino di purificazione.

Don Luigi Pedrini