San Leonardo Confessore (Linarolo), 17 Giugno 2012
Carissimi Parrocchiani,
dopo qualche domenica di pausa, riprendiamo la storia di Giuseppe che abbiamo da poco iniziato. Essa costituisce nel libro della Genesi il punto più alto della cammino di ricostruzione messo in atto da Dio dopo il peccato originale.
Il libro, dopo aver narrato nei primi due capitoli la creazione della terra e di ogni essere vivente lasciando intravedere la bontà e la sapienza che animano il progetto creativo di Dio, narra il deteriorarsi dell’armonia iniziale.
In particolare, questo progetto contemplava la positiva relazione dell’uomo con Dio; con i fratelli e con i beni della terra. Questa triplice relazione, costituiva per la vita dell’uomo, si è gravemente compromessa a causa del peccato: la disobbedienza dei progenitori ha messo in crisi la relazione con Dio; il peccato di Caino ha inquinato il rapporto con i fratelli; il peccato dei costruttori della torre di Babele rivela un rapporto distorto con i beni della terra.
A partire dal capitolo 12 inizia il racconto della storia di Abramo, a cui fa seguito dal capitolo 25 quello di Giacobbe e dal capitolo 37 quello di Giuseppe. Queste storie si possono interpretare come le tre strade indicate da Dio quale rimedio ai tre peccati: indicano, dunque, i passi verso una progressiva riconciliazione e, quindi, piena riabilitazione del progetto originario di Dio.
In questa prospettiva, Abramo è colui che risana la prima relazione, attraverso una fede amorosa e obbediente; Giacobbe risana la seconda relazione riconciliandosi con il fratello Esaù; Giuseppe, sintetizzando in sé sia Abramo che il padre Giacobbe, attua tutte e tre le riconciliazioni: è un uomo di fede che vive alla presenza di Dio; si riconcilia con i fratelli al termine di un lungo cammino di purificazione; ha un giusto rapporto con la terra, tanto che, nonostante la carestia, fa prosperare l’Egitto, grazie alla sua saggezza politica ed economica.
Si comprende, allora, l’importanza che riveste la storia di Giuseppe nel libro della Genesi.
Un’ultima nota prima di entrare nella vicenda. Giacobbe è anche il capostipite di una delle grandi “discendenze” (“toledòt” = origini, genealogia, discendenza) che vengono menzionate nel libro della Genesi. Si parla dell’origine (toledòt) del cielo e della terra (Gen. 2,4ss); della genealogia (toledòt) di Adamo (Gen 5,1ss); quindi, della discendenza (toledòt) di Caino (Gen 4,17ss), di Noé (Gen 10,1ss), di Sem (Gen 10,21ss; 11,10), di Terach-Abramo (Gen 11,27ss), di Ismaele (Gen 15,12ss), di Esaù (Gen 36,9) e, infine, di Giacobbe (Gen. 37,2ss).
La storia di Giacobbe-Giuseppe rientra nell’ultima delle “toledòt” ricordate dalla Genesi. Tranne la prima – che si riferisce all’origine del cielo e della terra – le altre sono tutte storie di famiglie.
Don Luigi Pedrini