San Leonardo Confessore (Linarolo), 06 Maggio 2012
abbiamo già ricordato alcuni fatti dolorosi accaduti nella famiglia di Giacobbe e che feriscono il suo cuore. Dobbiamo, però, subito aggiungere che anche in mezzo a queste difficoltà, il dialogo tra Dio e Giacobbe non solo non si interrompe, ma si fa sempre più profondo.
Dio apparve un’altra volta a Giacobbe, quando tornava da Paddan-Aram, e lo benedisse. Dio gli disse: “Il tuo nome è Giacobbe. Non ti chiamerai più Giacobbe, ma Israele sarà il tuo nome”. Così lo si chiamò Israele. Dio gli disse: “Io sono Dio onnipotente. Sii fecondo e diventa numeroso, popolo e assemblea di popoli verranno da te, re usciranno dai tuoi fianchi. Il paese che ho concesso ad Abramo e a Isacco darò a te e alla tua stirpe dopo di te darò il paese”. Dio scomparve da lui, nel luogo dove gli aveva parlato (Gen 35,9-13).
Dunque, Dio interviene, parla a Giacobbe, gli cambia il nome (cioè, gli dona una nuova identità) lo chiama Israele (a significare il popolo che nascerà dalla sua discendenza e che porterà il suo nome), gli fa delle promesse.
Ma ecco il fatto doloroso che accade:
Poi, levarono l’accampamento da Betel. Mancava ancora un tratto di cammino per arrivare ad Efrata, quando Rachele partorì ed ebbe un parto difficile. Mentre penava a partorire, la levatrice le disse: “Non temere: anche questo è un figlio!”. Mentre esalava l’ultimo respiro, perché stava morendo, essa lo chiamò Ben-Oni, ma suo padre lo chiamò Beniamino. Così, Rachele morì e fu sepolta lungo la strada verso Efrata, cioè Betlemme. Giacobbe eresse sulla sua tomba una stele. Questa stele della tomba di Rachele esiste fino ad oggi (Gen 35,16-20).
Giacobbe perde improvvisamente la moglie amata. Ella, prima di morire propone di chiamare il figlio Ben-Oni che, letteralmente, significa ‘figlio del mio dolore’, volendo così sottolineare la fecondità di quella morte e, quindi, riscattarla, in certa misura, dal non senso e dall’assurdità. Giacobbe, però, decide di chiamare quel figlio Beniamino che, letteralmente, significa ‘figlio della mano destra’, cioè ‘portatore di eventi favorevoli’.
Questo particolare rivela che Giacobbe, anche in mezzo al dolore, è un uomo capace di speranza. La tragedia familiare lo ha ferito profondamente; d’ora in avanti è come se cessasse la sua vita di uomo sposato: è significativo al riguardo che i versetti immediatamente seguenti riferiscano i nomi dei suoi figli reputando la sua discendenza come un fatto concluso. E, nonostante tutto questo, egli continua a credere ad un futuro di speranza.
Don Luigi Pedrini