18 Dicembre 2011

San Leonardo Confessore (Linarolo), 18 Dicembre 2011

Mentre Giacobbe continuava il viaggio, gli si fecero incontro gli angeli di Dio. Giacobbe al vederli disse: “Questo è l’accampamento di Dio” e chiamò quel luogo Macanaim (Gen 32,2-3)

Carissimi Parrocchiani,

accennavo l’altra volta ad un’inaspettata presenza degli angeli sul cammino di Giacobbe che sta ritornando alla sua casa natale e si prepara all’incontro con il padre anziano Isacco e col fratello Esaù.
Cosa significa questo particolare? Sappiamo che gli angeli sono i messaggeri di Dio, coloro cioè  che aiutano l’uomo a leggere gli eventi all’interno della benevolente e misteriosa disposizione di Dio. Il fatto che Giacobbe “veda” gli angeli sul suo cammino sta a dire che egli è un uomo che va aprendosi alle illuminazioni di Dio e, di conseguenza, è in grado di percepire messaggi nuovi. Ora che i suoi occhi e il suo cuore si sono aperti, tutto è per lui portatore di un messaggio. Da quando si è messo in cammino, le persone che incontra, la terra che attraversa, il cielo che lo sovrasta, tutto parla un linguaggio nuovo. Giacobbe sta diventando un uomo “riflessivo” che, da adesso in avanti, non ha altro interesse se non quello di comprendere il messaggio che Dio vuole offrirgli.

Ma torniamo alla nostra vicenda. Ora Giacobbe è in procinto di rientrare nella sua terra natale. Pensando al prossimo incontro con il fratello, col quale ormai da tanti anni non ha più alcun contatto, e considerando i cattivi rapporti con cui si erano lasciati quando era fuggito dalla casa paterna, si rende conto che questo incontro merita un’attenta preparazione.

Poi Giacobbe mandò avanti a sé alcuni messaggeri al fratello Esaù, nel paese di Seir, la campagna di Edom. Diede loro questo comando: “Direte al mio signore Esaù: Dice il tuo servo Giacobbe: Sono stato forestiero presso Làbano e vi sono restato fino ad ora (Gen 32,4-5).

Con umiltà e rispetto Giacobbe fa i suoi preparativi. Rinuncia ad ogni presunzione e, contrariamente alla sua indole, ora non intende più fare alcun ricorso ad astuzie e a sotterfugi.
Ma ecco che cosa accade:

I messaggeri tornarono da Giacobbe, dicendo: “Siamo stati da tuo fratello Esaù; ora egli stesso sta venendoti incontro e ha con sé quattrocento uomini”. Giacobbe si spaventò molto e si sentì angosciato; allora divise in due accampamenti la gente che era con lui, il gregge, gli armenti e i cammelli. Pensò infatti: “Se Esaù raggiunge un accampamento e lo batte, l’altro accampamento si salverà”.

La notizia crea grande turbamento nel cuore di Giacobbe e una profonda angoscia si impadronisce di lui.

Don Luigi Pedrini