14 Ottobre 2012

San Leonardo Confessore (Linarolo), 14 Ottobre 2012

Carissimi Parrocchiani,

oggi iniziamo insieme, ufficialmente, nella nostra parrocchia l’Anno della Fede, indetto da Benedetto XVI.
Nella nostra Chiesa campeggerà in fianco all’altare la raffigurazione del ‘logo’ che è stato scelto come simbolo. Vi è raffigurata una barca, immagine della Chiesa, in navigazione sui flutti. L’albero maestro è una croce che issa le vele, che tese dal vento formano il trigramma di Cristo: IHS (sono le iniziali delle parole greche che significano: Gesù Figlio Salvatore). Sullo sfondo delle vele è rappresentato il sole che associato al trigramma, rimanda all’Eucaristia.
Il logo mette cosi in luce la centralità di Gesù, centro dell’universo e della storia e la missione che la Chiesa ha ricevuto di annunciarlo al mondo. La Chiesa è solo una barca esposta ai flutti impetuosi del mare della storia. E, tuttavia, è affidato a lei il compito dell’evangelizzazione del mondo. Nello svolgimento di questa missione ella può contare sulla presenza del Signore Risorto che la mantiene in cammino mediante la forza dello Spirito (è il vento che soffia nelle vele) e la nutre tramite l’Eucaristia.
L’Armo della fede è stato voluto da Benedetto XVI in concomitanza con il 50° Anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano IL Eppure, come ricordava venerdì mattina nell’omelia della Messa di apertura questa iniziativa non è per onorare una ricorrenza, ma perché noi oggi più ancora che cinquantanni fa abbiamo bisogno di ritornare alle sorgenti della fede. “In questi decenni -diceva il Papa – è avanzata la ‘desertificazione’ spirituale”. Tempo fa non sapevamo cosa potesse comportare il vivere in un mondo senza Dio; lo si poteva percepire da “alcune pagine tragiche della storia”, ora, invece – continua il Papa – ” lo vediamo ogni giorno attorno a noi. È il vuoto che si è diffuso”.

Il Papa però aggiunge subito una consolante parola di speranza. Dice:

Ma è proprio a partire dall’esperienza di questo deserto, da questo vuoto che possiamo nuovamente scoprire la gioia di credere, la sua importanza vitale per noi uomini e donne. Nel deserto si riscopre il valore di ciò che è essenziale per vivere; così nel mondo contemporaneo sono innumerevoli i segni, spesso espressi in forma implicita o negativa, della sete di Dio, del senso ultimo della vita. E nel deserto c’è bisogno soprattutto di persone di fede che, con la loro stessa vita, indicano la via verso la Terra promessa e così tengono desta la speranza. La fede vissuta apre il cuore alla Grazia di Dio che libera dal pessimismo. Oggi più che mai evangelizzare vuoi dire testimoniare una vita nuova, trasformata da Dio, e così indicare la strada.

Diventare testimoni della vita nuova che nasce dalla fede; diventare una bussola per gli uomini del nostro tempo che a tentoni cercano la strada: sia questo il traguardo verso il quale, con umiltà, con fiducia, con generosità, insieme vogliamo incamminarci.

Don Luigi Pedrini