23 Luglio 2012

San Leonardo Confessore (Linarolo), 23 Luglio 2012

[1]Giacobbe si stabilì nel paese dove suo padre era stato forestiero, nel paese di Canaan. Giuseppe e i suoi fratelli

[2]Questa è la storia della discendenza di Giacobbe. Giuseppe all’età di diciassette anni pascolava il gregge con i fratelli. Egli era giovane e stava con i figli di Bila e i figli di Zilpa, mogli di suo padre. Ora Giuseppe riferì al loro padre i pettegolezzi sul loro conto.

[3]Israele amava Giuseppe più di tutti i suoi figli, perché era il figlio avuto in vecchiaia, e gli aveva fatto una tunica dalle lunghe maniche.

[4]I suoi fratelli, vedendo che il loro padre amava lui più di tutti i suoi figli, lo odiavano e non potevano parlargli amichevolmente.

Carissimi Parrocchiani,

dopo le necessarie premesse introduttive, è ora tempo di introdurci nella storia di Giuseppe. I primi quattro versetti del cap. 37 fanno luce sul contesto da cui essa prende avvio. Anzitutto, riferiscono il luogo in cui vive la famiglia di Giacobbe e indicano in Giuseppe il nuovo protagonista degli avvenimenti; in secondo luogo, aprono una finestra sulla vita interna di questa famiglia.

Quanto al luogo si precisa che Giacobbe si stabilisce nel paese di Canaan, il paese in cui Abramo e Isacco avevano soggiornato da nomadi. Ora, Giacobbe vi risiede in modo stabile. Dunque, la terra di Canaan che fino ad allora era stata per i patriarchi una terra di passaggio, diventa, da questo momento, una terra stabile. D’ora innanzi, la vita dei patriarchi, da nomade, si fa sedentaria.

Le parole scarne – Giuseppe e i suoi fratelli. Questa è la storia della discendenza di Giacobbe – lasciano intendere che d’ora innanzi l’attenzione si concentra interamente sulla famiglia di Giacobbe. L’attenzione su Giacobbbe e il corrispettivo silenzio su Esaù e la sua famiglia stanno a dire che Giacobbe è l’erede patriarcale che porta avanti legittimamente la discendenza di Abramo e la promessa di benedizione ricevuta da Dio.

Inizia qui la storia di questa famiglia: è lei il soggetto che sta sullo sfondo del dipanarsi dei vari avvenimenti. Un noto biblista (H. Gunkel), constatando che tutto il racconto si costruisce attorno a questo nucleo familiare, ha proposto di intitolare i capitoli della Genesi che vanno dal 37 al 50 come “storia di una famiglia”. A rigor di termini, questa proposta appare un po’ eccessiva, perché poi nel testo ci sono anche degli spezzoni di racconto che esulano da questo filone (come, ad esempio, il racconto della seduttrice che si vendica o di Giuseppe innocente messo in carcere e, poi, liberato…). E, tuttavia, ha una sua pertinenza: i cap. 37-50 sono anche una storia di famiglia, ci parlano di una famiglia lacerata dall’invidia e dall’odio, tragicamente divisa, che attraversa dure prove e tribolazioni e che, alla fine, giunge ad un’inattesa riconciliazione.

Circa la finestra aperta dai versetti 2-4 sulla situazione interna di questa famiglia vedremo la prossima volta.

Don Luigi Pedrini