Calendario Liturgico
Domenica 11 (III Avv.)
ore 8.00: per la comunità
ore 9.30 (a S. Damiano): Carlo e Rachele
ore 11.00: Luisa, Luigi, Rita e Virginio
Lunedì 12: ore 16.30
Martedì 13: ore 16.30
Mercoledì 14: ore 16.30
Giovedì 15: ore 16.30: Beppe, Loredana e Giovanni
Venerdì 16: ore 16.30: Achille, Aldo e Carlo
Sabato 17: ore 17.00: Itria, Ornella e Pietro
Domenica 18 (IV Avv.)
ore 8.00: fam. Boggiani
ore 9.30 (a S. Damiano): Piero e Giuseppina Grassi
ore 11.00 : Pietro Ghisi ed Elsa Carbonini
Messaggio
Cari fratelli,
il tema della gioia informa il lezionario di oggi e, a ben vedere, tutta la liturgia dell’Avvento. È una gioia che coinvolge anche la fisicità (creazione e corpo ne sono coinvolti). Con questo motivo si vuole infondere nel credente la fiducia nella sua vita e nella storia, perché esse sono attraversate dalla salvezza.
Contro ogni pessimismo, la mancanza di fiducia in se stessi e nell’umanità, contro il vittimismo, il vangelo si propone come la “buona notizia” di liberazione e di speranza. La gioia vive anche in mezzo all’apparente oscurità e nel terreno aspro della prova.
Il vangelo di oggi è significativo nel suo sforzo di invitare il cristiano a non confondere gioia con trionfo, pace con potere, Messia con sovrano. Infatti Gesù ci dice: “Beato chi non si scandalizza di me!”. Lo stile messianico di Gesù, che proclama il vangelo del Regno, che si preoccupa di malati ed emarginati, delude le illusioni dei discepoli del Battista, che sognano un Messia apocalittico e imperatore posto a capo delle armate reali e spirituali dell’Israele giusto ed eletto.
Questa crisi di fede investe anche ciascuno di noi quando ci scontriamo con il messia perdente e umiliato, con il silenzio di Dio della storia presente.
Potremmo pure dire che oggi siamo chiamati a capire lo spirito di Dio. Il suo agire è potente ed efficace come la linfa che penetra ed irrora tutte le strutture biologiche e vegetali. La morte apparente, che sembra essere vincente nei lunghi ed oscuri giorni dell’inverno, è sconfitta dalla vita che rinasce in primavera. È un processo lento e faticoso ma destinato alla piena realizzazione.
“Siate pazienti anche voi come lo è Dio” ci ammonisce Giacomo. E l’altro nome della pazienza è fiducia e speranza